Vivere l'anarchia
di E. Armand, a cura di Gian Paolo Prandstraller
Edizioni Antistato, Milano, 1983
240 pp. / ISBN 88-85060-25-0
E. Armand è generalmente presentato come uno degli esponenti principali dell'individualismo anarchico europeo. Ma le sue concezioni non vanno confuse con quelle dei sostenitori della pratica del «gesto esemplare», né con quelle dei cosiddetti antiorganizzatori, che praticavano l'individualismo in seno al movimento anarchico come metodo di condotta contro ogni possibile degenerazione burocratica ed autoritaria. I principi fondamentali, per costoro, restano sempre quelli socialisti e comunisti professati dal resto del movimento.
L’individualismo di Armand, invece, può essere considerato come una completa «filosofia di vita»: l’anarchico é quell’individuo che esprime un'insofferenza esistenziale contro ogni forma di autorità, che lotta contro il potere prima di tutto perché esso lo opprime direttamente. Il singolo soggetto è l’alfa e l’omega di ogni riferimento giustificativo della prassi, la vera e unica certezza che dà valore agli scopi della lotta.
La rivoluzione di Armand è una globale «rivoluzione di coscienza», un salto di qualità esistenziale, un modo radicalmente autentico di rapportarsi al mondo fisico e sociale. Coinvolgendo integralmente l'individuo, essa non ammette «scissioni» tra privato e pubblico, ma non nel senso marxiano di identificazione del singolo con la «società». Al contrario, è sempre e soltanto l’individuo a decidere e volere la propria coerenza tra privato e pubblico, senza mai renderne conto a nessuno. Il che non equivale a postulare un individualismo miope ed egoista, con ciascun uomo racchiuso nella corazza del «suo particolare». Significa piuttosto adombrare una concezione «pluralistica» dell'esistenza, vista come possibilità di realizzare un vissuto non monocorde ma ampiamente differenziato. L'idea di «libertà», per Armand, è strettamente intrecciata con quella di «felicità», col diritto di ogni persona ad attuarsi completamente.
E. Armand (lo pseudonimo è certamente più noto del nome vero, che era Ernest L. Juin) nacque a Parigi nel 1872. Si avvicinò alle idee anarchiche solo verso i 25 anni, ma da quel momento iniziò un'opera infaticabile di pubblicista e propagandista. Nel 1901 dette vita alla sua prima rivista "L'Ere Nouvelle", che durò fino al 1911, e tu seguita da numerosissime altre pubblicazioni dai titoli significativi: "Les Rèfractaires", "Hors du Troupeau" (fuori dal branco), "Par delà la mélée" (al di là della mischia), oltre ad un numero considerevole di opuscoli e alla sua opera principale Initiation individualiste anarchiste. L’ultima produzione della sua lunghissima militanza (il periodico "L'Unique") è del 1945 e continuò fino al termine degli anni '50, cioè poco prima della sua morte, avvenuta nel 1962, all'età di 90 anni.
Gian Paolo Prandstraller, sociologo, è autore di numerosi saggi e ricerche, tra cui: Felicità e società (Milano 1978), Incertezza e piacere (Bologna 1980) e Riflessioni sulla decadenza dell'occidente (Roma 1981).
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