Il 24 dicembre 2022 viene pubblicata sul Corriere della Sera di Milano un'intervista a Enrico Rovelli a firma Mario Luzzatto Fegiz in cui si fa passare il Rovelli per una vittima di accuse ingiustificate da parte degli anarchici e di ricatti da parte della polizia milanese. Una versione dei fatti intollerabile viste le sue responsabilità all'interno della "strategia della tensione", di cui è stato una pedina importante.
I suoi contatti con l'Ufficio Affari Riservati (UAR) – il servizio segreto di D'Amato responsabile della strategia dal 1969 in poi di accusare militanti anarchici o di sinistra per attentati e bombe collocate dai neofascisti, strategia per la quale Giuseppe Pinelli pagherà con la vita e molti altri, sempre innocenti, pagheranno con anni e anni di carcere – risalgono già al 1963. Con il nome in codice "Anna Bolena" (da "ANarchico BOllate") Rovelli è stato uno dei più importanti informatori di questo servizio segreto.
Parlare, come si fa da parte dell'autore dell'intervista, di "accuse da parte dei compagni di aver collaborato con i servizi segreti nell'ambito della pista anarco-insurrezionale" è al meglio di un pressappochismo disarmante e al peggio una menzogna consapevole per liquidare come fossero notiziuole alcune delle pagine più oscure della storia italiana. I ricatti a cui il Rovelli è stato sottoposto dalla polizia saranno anche stati reali, ma certo non gli hanno impedito di diventare un imprenditore musicale di grande successo.
Da quando è riemerso parte dell'archivio dell'UAR nella metà degli anni '90, è stato possibile leggere molti dei verbali delle dichiarazioni di Bolena/Rovelli – compresa l'accusa a Dario Fo di essere il capo delle Brigate Rosse, che costò a Rovelli il contratto da manager di Vasco Rossi; oppure tutte le "spiate" relative agli anarchici che frequentava più spesso, in particolare Amedeo Bertolo, fondatore del nostro archivio.
Di seguito, un articolo che ricostruisce la figura di Enrico Rovelli e propone delle fonti per approfondire le vicende ad egli connesse:
Enrico Rovelli alias Anna Bolena: un infiltrato nei gruppi anarchici milanesi