Tra gli esperimenti concreti di educazione libertaria l’«alveare» di Faure ha certamente avuto una grande risonanza. Come dimostra, tra l’altro, anche la stampa e la diffusione all’epoca di una nutrita serie di cartoline che illustravano i vari aspetti de La Ruche nei suoi tredici anni di attività (cartoline scovate in Francia su una bancarella di rigattiere da Tobia Imperato e di cui qui pubblichiamo una scelta).
LA RUCHE, OVVERO «L'ALVEARE»
di Francesco Codello
(estratto del testo "Sèbastien Faure e il laboratorio pedagogico de La Ruche" uscito sul numero 10 del bollettino del centro studi libertari)
A partire dal gennaio del 1904 fino al febbraio del 1917, la principale preoccupazione e gli sforzi maggiori di Sèbastien Faure si concentrano su questa esperienza di educazione libertaria che rappresenta, assieme a quelle di Paul Robin, Francisco Ferrer, Leon Tolstoj (per citare solo le più note), uno dei momenti più significativi di pratica libertaria in un contesto educativo.
Le idee forti che stanno alla base di questo tentativo riuscito, durato per tredici anni, sono così riassumibili sinteticamente: preparare i bambini, fin dall’inizio della loro vita, a gestire la propria autonomia, a sviluppare sentimenti di solidarietà, a desiderare la libertà attraverso la pratica della stessa per costruire una società libera e fraterna; dimostrare con i fatti che l’individuo inserito in un contesto sociale egualitario e libertario sviluppa valori e comportamenti egualitari e libertari.
Faure affitta una tenuta di 25 ettari, a circa 3 chilometri da Rambouillet (Seine et Oise), chiamata Le Patis, all’interno della quale vi sono un edificio assai vasto, un grande orto, boschi, prati, terre coltivabili.
Vengono fatti forzi enormi per la sua sistemazione sostenuti, così come l’intera attività e gestione della Ruche, dai proventi delle conferenze di Faure, dalle attività lavorative approntate all’interno della comunità stessa e dalle sovvenzioni libere e spontanee provenienti da circoli, associazioni, sindacati, cooperative e da tutti i gruppi di avanguardia esistenti. Inizialmente sono una ventina le persone che vivono all’interno di questa comunità educante fino a raggiungere circa una quarantina di ragazzi (dai sei ai tredici anni) e una ventina di collaboratori. Ogni allievo è ammesso a titolo gratuito e con una libera offerta in base alle proprie possibilità. Faure eredita i materiali didattici e le attrezzature di Robin e della scuola di Cempuis, raccogliendo in questo modo dal primo grande innovatore libertario nell’ambito dell’educazione alternativa il testimone simbolico della continuità ideale e pratica.
Forte è l’accento posto sull’istruzione integrale così da permettere ad ognuno dei ragazzi le più ampie esperienze dando a ciascuno la possibilità di scegliere in un secondo tempo le sue particolari vocazioni.
I collaboratori vivono sia all’interno che all’esterno della comunità e danno la loro prestazione specializzata in modo del tutto gratuito. Settimanalmente si riuniscono, talvolta alla presenza libera e non formale di alcuni ragazzi, per esaminare i problemi e le questioni controverse della comunità operando le relative decisioni e scelte. Tutti i servizi di questa colonia sono autonomi. Ognuno conosce le proprie attribuzioni e i propri doveri, liberamente assunti. Solo la capacità e la coscienza regola le singole responsabilità.
Lo scopo è quello di sviluppare un’educazione e un’istruzione tesa a formare individui sani e armoniosi, intelligenze aperte e colte, abilità manuali: insomma preparare uomini e donne del futuro. E dunque tanta vita all’aria aperta, cura dell’igiene e della pulizia, una alimentazione sana, una pratica gioiosa e non competitiva di varie attività sportive, passeggiate e balli. Accanto a tutto ciò, un insegnamento razionale per sviluppare uno spirito critico e l’osservazione diretta, senza dogmi, secondo lo spirito scientifico. E ancora discussioni aperte tra ragazzi e adulti, educazione sessuale, assenza di premi e castighi.
Da ogni parte arrivano persone a visitare La Ruche, soprattutto d’estate, e ciò costituisce l’occasione per scambi culturali e di esperienze, oltre alla possibilità di raccogliere contributi e competenze per arricchire la colonia e le persone che vi vivono. Durante i mesi estivi i ragazzi fanno lunghi e interessanti viaggi in gruppi, e i membri del coro varcano più volte i confini, verso la Svizzera ma anche verso l’Algeria. Tutto ciò serve a diffondere un’esperienza innovativa e le idee libertarie in diverse zone e in diversi Paesi.
Dal 1914 Faure stampa un Bollettino, che raccoglie oltre un migliaio di abbonati ma che purtroppo resiste per soli dieci numeri. La guerra è ormai una triste realtà e negli ultimi anni La Ruche sopravvive tra enormi difficoltà fino a dover chiudere.
Breve bibliografia sull’esperienza de La Ruche:
M.P. Smith, Educare per la libertà, elèuthera, Milano, 1990 [nuova edizione 2019];
T. Tomasi, Ideologie libertarie e formazione umana, La Nuova Italia, Firenze, 1973
J.M. Raynaud-G. Ambauves, L’Education libertaire, Spartacus, Paris, 1978
R. Lewin, Sèbastien Faure et «La Ruche», Ed. Ivan Davy, Maine et Loire, 1988
S. Faure, Ecrits pedagogiques, Monde Libertaire, Paris, 1992
15/11/2018