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La politica fu in primo luogo l’arte di impedire alla gente di immischiarsi in ciò che la riguarda - Paul Valery

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Bollettino Provo n. 1


Circolo "Sacco e Vanzetti", Milano 1966

 

Nell'autunno del 1966, considerando che il movimento Provo olandese fosse un interessante esempio di provocazione libertaria, la Gioventù Libertaria di Milano pensò di sperimentarne una versione di "rito ambrosiano". Vennero costituiti tre gruppi Provo, ognuno costituito da alcuni aderenti alla Gioventù Libertaria e da qualche giovanissimo "capellone". Furono fatti happening ludici di strada, comizi di quartiere e si stabilirono rapporti con l'area hippie e beat.

Il gruppo Provo Milano 1, che si riuniva al circolo "Sacco e Vanzetti", si occupò anche di stampare e diffondere un bollettino ciclostilato, di cui furono realizzati tre numeri. Al suo interno erano sviluppati temi tipicamente libertari di piena critica ad ogni forma di autorità, religiosa, politica, militare. Ad esempio, si avversava la guerra americana in Vietnam ma contemporaneamente si dileggiavano il maoismo e la rivoluzione culturale cinese. Ampio spazio era riservato alle teorie reichiane.

Questo esperimento di "camuffamento" dei giovani anarchici in Provo tuttavia non attecchì e si dissolse dopo alcuni mesi. Nelle parole di Amedeo Bertolo, "non c’è stato un vero e proprio movimento Provo in Italia, né per quantità, né per
qualità. C’è stato piuttosto un tentativo, non riuscito, di innescare un movimento".

[fonte: G. Berti, Contro la storia. Cinquant'anni di anarchismo in Italia (1962-2012), Biblion Edizioni, Milano 2016 (pp. 37-38); AA.VV.,  Amedeo Bertolo, Pensiero e azione. L'anarchismo come logos, praxis, ethos e pathos, "Quaderni del Centro studi libertari" n. 1, elèuthera, Milano 2018]


Esemplari del bollettino Provo sono conservati negli archivi del Centro Studi Libertari. Il bollettino n. 1 è stato digitalizzato ed è scaricabile qui sotto.

Scarica il PDF:

Download: 
PDF icon bollettino_provo_1.pdf
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Il Centro Studi Libertari nasce nel 1976 con la duplice finalità della costruzione di un archivio per la conservazione della memoria dell'anarchismo e del ripensare l'anarchismo alla luce del contesto sociale in cui opera al fine di renderlo un punto di riferimento alternativo alla cultura dominante.

Il CSL aderisce alla rete nazionale RebAl, e al coordinamento internazionale FICEDL.

 

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