L'anarchismo non è la visione, basata su congetture, di una società futura, ma la descrizione di un modo umano di organizzarsi radicato nell'esperienza della vita quotidiana.
L’anarchia è un caos senza regole o un’utopia irraggiungibile?
Nessuna delle due, risponde Colin Ward. Editore, scrittore e tra i pensatori anarchici più influenti della seconda metà del Novecento, a partire dagli anni Sessanta Ward dà corpo a una concezione "pragmatica" dell’anarchia intesa come un metodo organizzativo per darsi regole dal basso e costruire una società senza gerarchie. Un’alternativa concreta e praticabile da tutti che non attende un ipotetico futuro "dopo la rivoluzione", ma inizia qui ed ora a intessere relazioni antiautoritarie e attuare pratiche di mutuo appoggio per dare vita quotidianamente a una società senza dominio.
Colin Ward (Londra, 14 agosto 1924 – Ipswich, 11 febbraio 2010) è stato architetto, insegnante, giornalista e scrittore. Gran parte delle sue ricerche si occupano dei modi “non ufficiali” con cui la gente usa l’ambiente urbano e rurale, rimodellandolo secondo i propri bisogni. Ha così scritto una ventina di libri su temi sociologici e urbanistici come il vandalismo e gli orti urbani, l’occupazione di case e l’autocostruzione. Si è inoltre occupato della condizione dei bambini in situazioni urbane e rurali e ha anche scritto alcuni pamphlet a loro destinati.
Scritti di:
Stuart White, David Goodway, Pietro Adamo, Colin Ward, Daniel Poyner, Rufus Segar, Paolo Cottino.
prezzo di copertina 10€ - 112 pagine - illustrazioni b/n.