Campi, fabbriche, officine
di Pëtr Kropotkin, a cura di Colin Ward
Edizioni Antistato, Milano, 1975 (nuova edizione 1982)
328 pp. (edizione elèuthera ancora disponibile)
«Intelligenza sociologica ed economica di primissimo ordine, fondata su una competenza specialistica di geografo, nonché sulla generosa passione sociale di uno dei leaders del movimento anarchico... In anticipo di quasi mezzo secolo sul pensiero economico e tecnico contemporaneo».
Lewis Mumford
«Ricchissimo di documentazione, dimostra possibilità cui altrimenti pochi di noi avrebbero creduto».
Bertrand Russel
«Sorprendentemente attuale, le sue deduzioni e proposte rimangono valide come quando furono scritte».
Herbert Read
Pëtr Kropotkin, Il «principe anarchico», nasce a Mosca nel 1842 da una famiglia dell’alta aristocrazia. Arruolatosi ventenne nell’esercito, si interessa con crescente passione di geografia. Guida tre spedizioni scientifiche in Siberia. Nel 1867 si dimette dall’esercito ed inizia a lavorare all’Università di Pietroburgo. Nel frattempo va maturando interessi sociali sempre più radicali. Così nel 1871, proprio quando gli viene offerto il segretariato della Società Geografica Russa, K. rinuncia alla carriera accademica (ma non alla scienza, di cui non cesserà mai di occuparsi). Si trasferisce in Svizzera ed entra in contatto con gli ambienti anarchici direttamente influenzati da Bakunin. Ritornato in Russia l’anno successivo, vi svolge attività rivoluzionaria. Nel 1874 viene arrestato, ma dopo due anni riesce ad evadere avventurosamente e si reca dapprima in Inghilterra, poi in Svizzera (dove dà vita al giornale «Le Révolté», organo della Federazione del Giura dell’Internazionale), poi in Francia (dove viene incarcerato per quattro anni), e di nuovo in Inghilterra, dove fonda il giornale anarchico «Freedom» e dove si guadagna da vivere come collaboratore dell’Enciclopedia Britannica e di riviste scientifiche. Nel 1917 rientra in Russia per dare, nonostante la tarda età, il suo contributo alla rivoluzione, ma presto la degenerazione autoritaria di questa lo costringe ad un «volontario» esilio nel villaggio di Dimitrov, dove muore nel 1921. I suoi funerali, cui partecipano centomila persone, sono l’ultima grande manifestazione anarchica in Russia.
Opere principali: La conquista del pane (1892), Campi, fabbriche, officine (1898), Memorie di un rivoluzionario (1899), Il mutuo appoggio (1902), La grande rivoluzione (1909), La scienza moderna e l’anarchia (1912), L’Etica (postuma).
Colin Ward è stato redattore del settimanale anarchico londinese «Freedom» dal 1947 al 1960 e del mensile «Anarchy» dal 1961 al 1970. È autore di Anarchy in action (Londra 1973).