L’altra anima della rivoluzione
di Paul Avrich
Edizioni Antistato, Milano, 1978
328 pp.
Dalla quarta di copertina:
Chi sa che nel 1917 a Pietrogrado si stampava un quotidiano anarchico in 25.000 copie? Chi sa che nel 1918-20, in Ucraina, un movimento guerrigliero che si ispirava all’anarchismo, arrivò a riunire decine di migliaia di contadini e diede vita ad un esperimento di comunismo libertario che difese contro i bianchi e contro i rossi? Chi sa che i ribelli di Kronstadt, che nel 1921 furono repressi con ferocia militare da Trotsky, erano popolo in armi (marinai, operai, soldati) insorto anarchicamente contro il tradimento della rivoluzione? Chi sa che nella rivoluzione russa si espresse una tendenza popolare creativa, antistatale, autogestionaria, che venne schiacciata dalla tendenza bolscevica, autoritaria, burocratica? La storiografia ufficiale ignora quasi completamente sia l’apporto degli anarchici, che pure fu tutt’altro che marginale, sia la spontanea creatività di segno egualitario e libertario degli operai e dei contadini. La storiografia ufficiale vede la storia con gli occhi dei vincitori cioè del potere, mutilando le vicende rivoluzionarie di elementi fondamentali, senza i quali non se ne possono trarre tutti quegli insegnamenti di cui sono drammaticamente portatrici per il movimento di emancipazione degli sfruttati.
È vero, gli anarchici furono sconfitti, ma con loro fu sconfitto il primo grande tentativo di costruire una società senza classi. Sulle rovine dello zarismo, infatti, sorse il nuovo dispotismo della burocrazia rossa che instaurò un nuovo dominio di classe. E stritolò il movimento anarchico. I pochi sopravvissuti, nell’esilio, nelle galere, nei campi di concentramento, si mantennero fedeli all’idea di una società senza servi e senza padroni. «Il bolscevismo appartiene al passato», scriveva Alexander Berkman nel 1925, «il futuro appartiene all’uomo e alla sua libertà».
Paul Avrich è stato docente di storia al Queens College ed alla City University di New York. Ha scritto Kronstadt 1921 (Mondadori 1971) e Gli anarchici nella rivoluzione russa (La Salamandra 1976) ed ha curato l’edizione americana di diversi classici del pensiero anarchico.