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Pinelli una storia Venezia 1984 Crocenera anarchica

Home Centro studi libertari - Archivio G. Pinelli

Visto che non viviamo più i tempi della rivoluzione, impariamo a vivere almeno il tempo della rivolta - Albert Camus

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Un lungo 25 Aprile... storia della resistenza libertaria

 

Playlist "Gli anarchici nella Resistenza" su Youtube

 

Si avvicina il 25 aprile. Ma forse non c'è soltanto un 25 aprile, ma tanti 25 aprile. Semplificando, si potrebbe dire che c'è infatti quello di chi voleva in primo luogo garantire la continuità delle istituzioni statali, quello di chi sognava un'Italia schierata con Stalin e quello di coloro che di una cosa erano sicuri: che i ponti con quello che era stato dovevano essere tagliati di netto. Tra questi ultimi c'erano senza dubbio gli anarchici.

Ma per gli anarchici il 25 aprile era iniziato più di vent'anni prima. L'anarchismo e il fascismo d'altronde sono sempre stati in pessimi rapporti. Da un lato l'aspirazione alla libertà, dall'altro un sistema di dominio che pretendeva di inquadrare l'individuo in tutto quello che i libertari hanno sempre combattuto: Dio, Patria e Famiglia. Non c'è da stupirsi dunque se gli anarchici sono sin 1921 tra gli entusiasti sostenitori degli Arditi del Popolo e si battono nelle loro file in tutta la penisola e sulle barricate di Parma del 1922. A questo proposito, si può affermare che l'unica componente proletaria che sostenne attivamente l'arditismo popolare fu proprio quella libertaria. Dopo la Marcia su Roma, migliaia di anarchici furono costretti ad andare in esilio, dove cercarono di rendere la vita impossibile ai rappresentanti del fascismo all'estero con ogni mezzo necessario- dai giornali alla propaganda, dalla creazione di reti di mutuo soccorso a veri propri attentati contro uomini e istituzioni del regime. Diversi furono inoltre i tentativi di eliminare Mussolini, come quelli di Gino Lucetti (1926), Michele Schirru (1931) e Angelo Sbardellotto (1932). Gli anarchici di lingua italiana, così come i loro compagni provenienti da tutto il mondo combatterono poi nel corso della rivoluzione spagnola. Nel settembre 1943, se alcuni rifiutarono di partecipare ad una guerra tra imperialismi, molti anarchici invece decisero di prendere parte alla lotta armata contro il nazifascismo. Di questo impegno sono prova le numerose formazioni che si vennero a creare come le brigate “Bruzzi-Malatesta”, i battaglioni “Lucetti” e Schirru”, solo per citarne alcune.

Fino ad arrivare al 25 aprile. Un 25 aprile “lungo”, dunque, più di vent'anni e non ristretto solo all'Italia. Ma la Liberazione sembra essere un processo tutt'altro che finito. Nuovi fascismi, nuove forme di dominio, sempre più diffuse e ambigue, segnano il nostro esistente. Per questo ha senso riandare alle parole dei/lle partigiane che lottarono in quei tormentati anni, riascoltare le loro voci e fare in modo che quelle non rimangano mero feticcio storico, ma lasciti, per continuare a cercare di costruire una società libera e solidale. I materiali contenuti in un archivio, se condivisi, diventano mattoncini per un futuro diverso. Per questo, pubblichiamo come CSL-Archivio Pinelli le interviste a diversi partigiani e partigiane che lottarono contro il nazifascismo e vi invitiamo ad ascoltarle e diffonderle.

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Chi siamo in breve

Il Centro Studi Libertari nasce nel 1976 con la duplice finalità della costruzione di un archivio per la conservazione della memoria dell'anarchismo e del ripensare l'anarchismo alla luce del contesto sociale in cui opera al fine di renderlo un punto di riferimento alternativo alla cultura dominante.

Il CSL aderisce alla rete nazionale RebAl, e al coordinamento internazionale FICEDL.

 

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