Malatesta si trasferisce a Londra nel 1900, in esilio dopo essere fuggito dal domicilio coatto a Lampedusa, a cui era stato condannato per la partecipazione ai moti del 1898.
Durante il soggiorno nella capitale inglese si guadagna da vivere come elettricista e meccanico, mentre intensifica la sua attività di pubblicista e propagandista. Sono infatti di questo periodo alcuni dei suoi pamphlet più importanti, come L'Anarchia. Nonostante il temporaneo ridimensionamento della sua attività più direttamente sovversiva, i guai giudiziari e la repressione non ci mettono molto a raggiungerlo, e nel maggio 1912 viene processato e condannato a seguito di una pretestuosa denuncia per diffamazione fatta da un infiltrato di Giolitti nel movimento anarchico, Ennio Belelli, che lo accusava tra le altre cose di essere una spia al soldo dei turchi (l'Italia era da poco entrata in guerra con l'Impero Ottomano per strappargli la Libia, impresa avversata da Malatesta). La condanna viene accompagnata da un decreto di espulsione dal Regno Unito e di deportazione in Italia.
Tuttavia, Malatesta si era nel frattempo guadagnato la stima e la solidarietà dei lavoratori inglesi, i quali organizzarono imponenti manifestazioni di protesta contro l'espulsione e per la sua liberazione, grazie alle quali nel giugno 1912 il governo inglese decise di annullare il provvedimento.
Questa pagina raccoglie una piccola selezione di documenti, principalmente volantini, che raccontano quella campagna di protesta. I materiali provengono dal fondo Paolo Finzi / A Rivista anarchica, e fanno parte dell'attività di ricerca sulla figura di Errico Malatesta che Finzi ha portato avanti per tutta la vita.
[il disegno dell'immagine di testata sono tratti da La rivoluzione volontaria, biografia per immagini di Errico Malatesta, di Fabio Santin e Elis Fraccaro, Edizioni Antistato, 1980]