Com’è nello stile e nei proponimenti del “Bollettino dell’Archivio Pinelli”, ci siamo prevalentemente occupati di storia minore, cioè di quelle piccole storie individuali, di quegli episodi meno conosciuti, che hanno però costituito il vero tessuto connettivo della grande Storia.
Abbiamo così cercato di far venire alla luce, attraverso memorie e testimonianze dirette, quel variegato assortimento umano – talvolta riottoso e pudico nel raccontarsi o nel farsi raccontare – che è sempre stato la linfa vitale dei movimenti di trasformazione sociale.
Lontani dalle grandi narrazioni, si è tentato di “dare un volto” all’anarchismo, o meglio agli anarchismi, che non fosse quello dei personaggi noti, ma piuttosto quello degli sconosciuti protagonisti di queste piccole storie.
Ne è venuto fuori un mosaico di differenze che non intende affatto creare stereotipi, ma più semplicemente invita a sfogliare quest’album di famiglia per rilevare somiglianze e diversità.
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Hippolyte Havel (Tábor 1869 – New Jersey 1950). Giornalista di origine ceca, comincia a collaborare con la stampa anarchica a Vienna dove si reca per terminare i suoi studi. Arrestato più volte, rischia l’internamento in manicomio. Emigrato negli Stati Uniti, collabora con numerosi periodici anarchici e apre al Greenwich Village, con la compagna Polly Hollday, un caffè che sarà un punto di ritrovo degli anarchici di New York.
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Valerio Isca (Calatafimi 1900 – New York 1996). Meccanico specializzato, emigra giovanissimo negli Stati Uniti. Si avvicina al movimento anarchico durante la campagna per Sacco e Vanzetti e in quella occasione conosce Ida Pilat, ebrea russa, traduttrice in inglese delle opere di Bakunin, che diventa la sua compagna di vita. Membro per oltre mezzo secolo del Libertarian Book Club di New York, collabora con lo storico Paul Avrich a ricostruire le vicende del movimento anarchico sia ebraico sia italiano.
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Mat Kavanagh (Limerick 1876 – Wye Valley 1954). Irlandese di nascita, si trasferisce molto giovane a Liverpool dove inizia a lavorare con il movimento anarchico locale. Collabora con anarchici internazionalmente noti come con Kropotkin e Malatesta, entrambi in esilio in Inghilterra, e tiene comizi settimanali molto seguiti con Rudolf Rocker. Nel corso dei decenni fonda alcune comunità e dopo la seconda guerra mondiale è tra i fondatori del London Anarchist Group.
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Mario Lami (Pontedera 1887 – Fontenay-sous-bois 1930). Meccanico navale e antimilitarista convinto, durante il biennio rosso diventa un attivo propagandista delle idee anarchiche e sindacaliste, partecipando in prima fila all’occupazione dei cantieri del settembre 1920. Con l’avvento del fascismo si rifugia con la famiglia in Francia dove fonda con altri l’Unione comunista anarchica dei profughi italiani poco prima di morire stroncato dalla tubercolosi.
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Mario Mantovani (Milano 1897 – Limbiate 1977). Tipografo e sindacalista, è introdotto all’anarchismo da Carlo Molaschi. Antifascista, va esule a Parigi, dove collabora con vari periodici anarchici. Durante la Resistenza è uno dei fondatori delle brigate lombarde Bruzzi-Malatesta. Dopo la guerra, si impegna nella riorganizzazione del movimento e pubblica per quindici anni il periodico milanese “Il libertario”, collaborando poi al settimanale “Umanità Nova”.
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Antonio Mariga (Padova 1899 – Carrara 1979). Attivo sin dal biennio rosso, tra il 1922 e il 1943 colleziona numerose condanne e passa circa sedici anni in prigione. Liberato nel giugno 1944, partecipa attivamente alla Resistenza apuana nella Brigata Elio prima e nel gruppo sabotatori Tullio poi. Nell’immediato dopoguerra viene accusato di aver ucciso un ex gerarca fascista e per questo sconterà venti anni di prigione.
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Francesco Ortore (Adria 1846 – Adria 1905). Giornalista e brillante oratore, è uno dei protagonisti del movimento antagonista adriese per oltre un quarantennio. Nell’agosto 1874, assieme ad altri anarco-socialisti locali invita più volte ad Adria Alceste Faggioli e Andrea Costa. Sospettato di aver partecipato al moto insurrezionale promosso da Costa, verrà incarcerato con l’accusa di “attentato contro la sicurezza interna dello Stato mediante cospirazione”.
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Natale Passeri (Gaifana 1898 – Auschwitz 1942). Contadino, poi manovale ed esercente, viene schedato dall’OVRA come “accanito avversario del regime fascista”. Fugge in Francia nel 1924, stabilendosi a Jarny, dove gestisce un bar. Arrestato nel 1942, viene internato ad Auschwitz, dove muore alla fine dello stesso anno.
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Mario Perelli (Ferrara 1899 – Milano 1981). Operaio e sindacalista, nel 1920 collabora al quotidiano “Umanità Nova”. Accusato di aver partecipato all’attentato del Teatro Diana di Milano, viene arrestato e condannato a diciassette anni di carcere. Ottenuta la libertà vigilata grazie all’amnistia del 1932, durante la Resistenza combatterà nelle fila della Brigata Bruzzi-Malatesta.
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Rose Pesotta (Deražnja 1896 – Miami 1965). Anarchica ucraina di origine ebraica, emigra nel 1913 negli Stati Uniti, dove diventa una delle più importanti attiviste sindacali del Ladies’ Garment Workers’ Union. Proseguirà la sua militanza anarcosindacalista anche nei decenni successivi e proprio per il suo impegno subirà un’aggressione armata che le provocherà danni permanenti.
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Clelia Premoli (Milano 1899 – Ivrea 1974). Accesa antimilitarista, subisce il suo primo arresto nel 1916 durante una protesta contro la guerra, ma la sua ininterrotta attività rivoluzionaria la costringerà ad andare spesso esule all’estero o la relegherà al confino. Nel secondo dopoguerra si trasferisce a Ivrea, dove insieme a Ugo Fedeli, suo compagno di vita, si occuperà della Biblioteca Olivetti.
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Raoul Saccorotti (Roma 1900 – Genova 1977). Anarchico già a sedici anni, nel 1921 partecipa ai moti di Sarzana, dove la popolazione insorge contro i raid fascisti. Nel 1930 va esule in Francia e a Grenoble decide di dedicarsi al cosiddetto “esproprio individuale” con l’intento di redistribuire le ricchezze borghesi. Soprannominato dalla stampa francese “l’Arsenio Lupin di Grenoble”, gli saranno attribuiti tra i 200 e i 300 furti con scasso.
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Nina Samusina (date e luoghi ignoti). Anarchica di origini russe, emigra negli Stati Uniti, dove partecipa attivamente sia alla vita della Mohegan Colony, una comunità anarchica fondata nel 1923 nello stato di New York, sia al movimento per la costituzione di Modern Schools, tutte ispirate all’approccio educativo libertario ideato da Francisco Ferrer in Spagna.
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Attilio Sassi (Castel Guelfo 1876 – Roma 1957). Cresce in un ambiente di forte ribellione sociale, influenzato dalle figure di Andrea Costa, Amilcare Cipriani e del padre internazionalista. Partecipa alla fondazione dell’Unione Sindacale Italiana e nel 1945 contribuisce alla ricostruzione della CGIL. Divenuto segretario della Federazione Italiana Minatori e Cavatori, continuerà a difendere la pratica dell’azione diretta anche nei sindacati riformisti.
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William (Bill) Taback (New York 1902 – New York 1976). Negli anni Sessanta è stato segretario del Libertarian Book Club di New York, una delle sedi storiche del movimento anarchico newyorchese fondato nel 1945 da Sam e Esther Dolgoff.
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Cosetta Lami Balestri (Pisa 1910 – Aubagne 2005). Figlia di Mario Lami, anche lui militante anarchico, segue il padre in Francia quando questi viene accusato di aver ucciso una spia fascista. Lì conosce l’anarchico Gino Balestri, con il quale condividerà le lotte e spesso anche la vita clandestina.
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Gino Balestri (Bazzano 1901 – Aubagne 1983). Originario di Bazzano, dove è forte la presenza anarchica, partecipa al biennio rosso e viene più volte arrestato tra il 1921 e il 1925, quando emigra clandestinamente in Francia. Combattente in Spagna nella colonna Ascaso, durante la seconda guerra mondiale raggiunge Marsiglia dove parteciperà attivamente al maquis.
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Ilio Baroni (Massa Marittima 1902 – Torino 1945). Operaio a Piombino, fa le sue prime esperienze politiche tra gli Arditi del popolo. Nel 1925 si trasferisce a Torino. Per il suo antifascismo, nel 1938 è condannato a cinque anni di confino. Tornato in libertà, diviene un autorevole membro del Comitato di Agitazione torinese. Durante la Resistenza, con il nome di battaglia “Moro”, diventa il comandante della 7ª Brigata SAP “De Angeli”, morendo in azione il 26 aprile 1945.
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Attilio Bortolotti / Art Bartell (Codroipo 1903 – Toronto 1994). Friulano, emigra in America nel 1920 (prima negli Stati Uniti e poi in Canada) e subito partecipa alle agitazioni per Sacco e Vanzetti. Stretto collaboratore di Emma Goldman, che ospita e assiste durante la sua permanenza in Canada, è uno degli esponenti di spicco del movimento anarchico di lingua italiana in Nord America.
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Pietro Bruzzi (Mella 1888 – Milano 1944). Redattore de “L’Individualista”, nel 1921 viene accusato di aver partecipato all’attentato al Teatro Diana di Milano. Per evitare l’arresto fugge in URSS, per spostarsi poi tra Germania, Austria, Belgio e Francia. Trasferitosi in Spagna, nel 1933, viene estradato in Italia e confinato a Ponza fino al giugno del 1939. Tornato a Milano, partecipa alla Resistenza, ma viene catturato, torturato e fucilato dalle SS il 19 febbraio 1944.
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George Cheïtanov (Yambol 1896 - Bélovo 1925). Anarchico bulgaro, viene ripetutamente arrestato per la sua attività rivoluzionaria. Dichiarato dal regime monarchico il nemico pubblico n. 1, è più volte costretto a riparare all’estero – spesso in Russia durante gli eventi rivoluzionari – finché non viene catturato nella stazione ferroviaria di Bélovo con altri tredici militanti, fucilato sul posto e successivamente decapitato.
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Miliziana spagnola durante la rivoluzione del 1936-1939.
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Hem Day, pseud. di Marcel Dieu (Houdeng-Goegnies 1902 – Bruxelles 1969). Pacifista radicale e obiettore di coscienza, viene ripetutamente arrestato per renitenza alla leva, finché l’esercito stesso dichiara di non volerlo più arruolare “per indegnità”. Tra i più attivi militanti del movimento anarchico belga, pubblica nel corso del tempo varie testate, tra cui “Pensée et Action”, e gestisce una celebre libreria, Aux Joies de l’Esprit, che diventa un cruciale punto di riferimento per il movimento di lingua francese.
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Francesco Fantin (San Vito di Leguzzano 1901 – Barmera 1942). Operaio tessile, nel 1922 emigra in Australia a Sydney, dove è tra i promotori del Club Matteotti. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, in quanto italiano viene rinchiuso nel campo d’internamento 14A di Loveday, dove vengono internati sia gli antifascisti sia i fascisti. Nel 1942, durante un’accesa discussione politica con un fascista della Western Australia, viene brutalmente ucciso.
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Bruno Fattori (Ancona 1882 – Ancona 1975). Di professione facchino, diventa il principale referente dei lavoratori del porto anconetano. Ardito del popolo, deve espatriare in Francia durante il ventennio fascista. Nel secondo dopoguerra si impegna per la rinascita del movimento anarchico, pubblicando tra l’altro la testata “L’Agitazione”. Esponente dei Gruppi d’Iniziativa Anarchica, fonda nel 1964, insieme a Luciano Farinelli, la “Casa Malatesta” di Ancona.
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Silvano Fedi (Pistoia 1920 – Pistoia 1944). Giovanissimo si getta con entusiasmo nella lotta antifascista aderendo al Gruppo anarchico di Bottegone. Durante la Resistenza costituisce la più importante formazione partigiana anarchica operante nel pistoiese, la Brigata Franca Libertaria. Muore il 29 luglio 1944 nelle vicinanze di Pistoia in un’imboscata dei tedeschi.
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Rodolfo Felicioli (Ancona 1870 – Ancona 1964). Di mestiere fabbro e poi operaio in uno zuccherificio, diventa ben presto un elemento di spicco dell’anarchismo anconetano e uno dei maggiori responsabili della locale Camera del Lavoro. Oltre a un’intensa attività sindacale, collabora a varie testate e in particolare a “Volontà”, il giornale fondato ad Ancona da Errico Malatesta.
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Vincenzo Ferrero detto John The Cook (Piemonte 1885 – San Francisco 1985). Esponente del movimento anarchico di lingua italiana in Nord America, collabora a varie testate, tra cui “L’Emancipazione”. Nel 1934 viene arrestato e condannato alla deportazione in quanto anarchico. Una mobilitazione in suo favore blocca per quattro anni la deportazione, ma quando nel 1938 sta per diventare operativa, Vincenzo Ferrero scompare e John The Cook vivrà clandestinamente negli Stati Uniti per circa mezzo secolo.
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Augustin Souchy (Ratibor 1892 – München 1984). Anarchico fin da giovane, rifiuta la chiamata alla leva durante la prima guerra mondiale e fugge in Svezia dove continua a svolgere propaganda antimilitarista. La sua vita si divide tra la Germania e i luoghi dove è più vivo il fermento rivoluzionario: in Russia nel 1920, in Spagna tra il 1936 e il 1939, a Cuba nel 1960.
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Dino Fontana (Sizzano 1903 – Carpignano Sesia 1982). Sarto, emigra ancora bambino prima in Svizzera e poi in Francia, dove partecipa a tutte le campagne antimilitariste e a quelle per la liberazione di Sacco e Vanzetti. Nel 1937 è in Spagna dove rimane per otto mesi circa ma non come combattente perché rifiuta totalmente le armi. Coerente con le sue idee antimilitariste, nell’ultimo conflitto mondiale è arrestato e messo in un campo di concentramento per tre anni.
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Francesco Ghezzi (Cusano Milanino 1893 – Vorkuta 1942). Figura di primo piano dell’Unione sindacale italiana, nel 1926 va a lavorare a Mosca come operaio. Vittima della repressione staliniana, nel 1929 viene internato per tre anni a Suzdal’. Rilasciato grazie a una campagna di solidarietà, con l’obbligo di rimanere in Unione Sovietica, nel 1937 è nuovamente arrestato per attività controrivoluzionaria, condannato ai lavori forzati e inviato nel gulag di Vorkuta, dove muore il 3 agosto 1942.
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Rivoluzio Gilioli (Rovereto sul Secchia 1903 – Barcelona 1937). Nel dicembre 1919 a Parma partecipa giovanissimo al congresso costitutivo dell’Unione giovanile rivoluzionaria italiana. Esule antifascista a Parigi, collabora con l’Unione sindacale italiana e il suo organo “Guerra di classe”. Allo scoppio della guerra civile, va in Spagna e combatte nella colonna Ascaso. Gravemente ferito sul fronte di Huesca, muore il 21 giugno 1937.
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Senya Fleshin (Kyïv 1894 – Ciudad de México 1981). Di mestiere fotografo, emigra nel 1910 negli Stati uniti dove collabora con Emma Goldman alla rivista “Mother Earth”. Nel 1917 torna in Russia e prende parte alla rivoluzione, contribuendo alla pubblicazione di “Golos Truda” di Volin. A seguito della repressione bolscevica fugge in Germania dove, insieme a Molly Steimer, apre uno studio fotografico. Quando scoppia la seconda guerra mondiale emigra definitivamente in Messico.
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Renato Quadrini (Ancona 1904 – Ancona 1922). Appena diciottenne prende parte agli scontri dell’agosto 1922 a seguito dello sciopero indetto dall’Alleanza del lavoro contro le violenze fasciste. Viene ucciso dagli squadristi durante l’assedio alla chiesa di San Giovanni a Capodimonte.
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Voltairine de Cleyre (Leslie 1866 – Chicago 1912). Nata in una famiglia della classe operaia, ha l’eccezionale possibilità di studiare e ben presto diventa una rinomata conferenziera e un’acclamata poetessa. Collabora con importanti testate come “Mother Earth” e svolge per tutta la vita un’intensa attività militante. La scelta di vivere in povertà, in coerenza con la sua visione etica, aggraverà una salute precaria, portandola a una morte prematura.
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Felice Vezzani (Novellara 1855 – Paris 1930). Pittore, scrive su numerosi periodici anarchici italiani. Nel 1893 emigra in Brasile e lì inizia a collaborare con il movimento anarchico latinoamericano. Tornato in Italia nel 1897, è costretto con il fascismo a riparare in Francia, dove è attivo nel periodico “La lotta umana” fondato da Luigi Fabbri.
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Milly Witkop (Zlatopil’ 1877 – Mohegan 1955). Femminista, sindacalista e attiva nella lotta all’antisemitismo, emigra dapprima in Inghilterra, dove diventa la compagna di Rudolf Rocker. Quanto i due si trasferiscono in Germania, milita nella Syndikalistischer Frauenbund, ma con l’avvento del nazismo entrambi riparano negli Stati Uniti dove trascorreranno nella Mohegan Colony la parte finale della loro vita.
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Efisio Costantino Battista Zonchello (Borore 1883 – Los Angeles 1967). Pubblicista, emigra nel 1907 negli Stati Uniti, stabilendosi a Cincinnati. Amico di Giovanni Solimini, collabora con “Cronaca Sovversiva”, prendendo il posto di Luigi Galleani quando questi verrà deportato in Italia. Dopo la chiusura della testata, inizierà una collaborazione con “L’Adunata dei Refrattari” che proseguirà anche nel secondo dopo guerra.
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Pietro Ranieri (Sant’Agata Feltria 1902 – Perdiguera 1936). Ardito del popolo, è tra gli ultimi a lasciare Ancona prima che cada nelle mani delle squadracce fasciste. Emigrato clandestinamente in Francia, si trasferisce in Spagna dove combatterà nella colonna italiana guidata da Rosselli e Berneri. Muore il 13 ottobre 1936 sul fronte di Aragona durante la battaglia di Perdiguera.
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Patrizio Comunardo Borghi (Bologna 1914 – Genève 1984). Figlio di Armando, è costretto dall’anagrafe fascista a cambiare in Patrizio il nome originale, Comunardo. Emigrato clandestinamente nel 1931, prima in Svizzera e poi in Francia, nel 1935 raggiunge il padre esule negli Stati Uniti. Ma già l’anno successivo va in Spagna e combatte nelle file delle Brigate internazionali. Nel secondo dopoguerra si stabilisce a Ginevra dove lavorerà come operaio.
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Maria Luisa Berneri (Arezzo 1918 – London 1949). Figlia di Giovanna Caleffi e Camillo Berneri, è costretta giovanissima a emigrare in Francia con la famiglia. Dopo la morte del padre, nel 1937, si trasferisce a Londra dove diventa elemento di spicco del movimento libertario inglese. Compagna di Vernon Richards, collabora con varie testate come “Spain and the World” e “Freedom”, ed è tra i fondatori della casa editrice Freedom Press.
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Emma Neri Garavini (Cesena 1898 – Imola 1978). Maestra elementare, per sfuggire alle persecuzioni e continuare la sua lotta antifascista nel 1926 emigra a Rio de Janeiro con il compagno Nello Garavini. Dal 1933 al 1942 i Garavini gestiscono una libreria, la Minha Livraria, che diventa un luogo di ritrovo e di discussione per tutto l’ambiente antifascista di Rio. Nel 1947 i Garavini rientrano definitivamente in Italia dove contribuiscono alla riorganizzazione del movimento anarchico.
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Maria Zazzi (Coli 1904 – Bologna 1993). Emigra a Parigi nel 1922 dove si dedica tra l’altro ad aiutare gli anarchici fuoriusciti o ricercati. Espulsa dalla Francia, si rifugia con il compagno Armando Malaguti prima in Lussemburgo e infine a Bruxelles dove partecipa attivamente alla campagna per la liberazione di Sacco e Vanzetti. Nel 1943 partecipa attivamente alla Resistenza nel bolognese e dopo la morte di Malaguti diverrà, insieme a Alfonso Fantazzini, uno dei punti di riferimento del movimento italiano.
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Clara Ensner Thalmann (Basel 1908 - Nice 1987). Inizialmente comunista, nel 1936 a Barcellona si arruola come miliziana nella Colonna Durruti insieme al compagno Pavel Thalmann. Durante la seconda guerra mondiale i due Thalmann partecipano alla fondazione di un gruppo di resistenza a Parigi, il cui scopo è fornire assistenza agli ebrei e ai rivoluzionari tedeschi perseguitati. Dopo la guerra si stabiliscono nel sud della Francia, dove fondano una comunità, La Séréna, che nel tempo diverrà un rifugio per i militanti libertari di diversi paesi.
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Marie Justine Pierrine Vauthier (Rhêmes-Saint-Georges 1908 – Morgex 1973). Valdostana, emigra in giovane età in Francia e già nel 1932 il suo fascicolo personale reca il timbro di “attentatore”. Costantemente seguita dagli informatori della polizia fascista che operano a Tolosa, allo scoppio della guerra civile spagnola si arruola, con il suo compagno Lorenzo Giusti, nella Colonna Ascaso.
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Eliane Vincileoni (Ferreux 1930 – Milano 1989). Modella e poi stilista partecipa attivamente alla resistenza anti-franchista. Nel 1962 ha un ruolo nel rapimento del viceconsole spagnolo Isu Elías e nel 1963 è redattrice di “Materialismo e libertà”. Arrestata nel 1969 all’inizio della “strategia della tensione”, dopo la scarcerazione rimane attiva nel milieu artistico-politico milanese fino alla morte.
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Augusta Farvo (Milano 1912 – Milano 2003). Durante la Resistenza fa parte delle Brigate Bruzzi-Malatesta e si adopera per salvare la vita di numerosi compagni nascondendoli in casa propria. Nel dopoguerra la sua casa in via Passerella a Milano diventa sede di due circoli, uno esperantista, l’altro anarchico, e la sua edicola rimane per anni un punto di riferimento degli anarchici milanesi.
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Maria Nikiforova detta Marusya (Alexandrovsk 1885 – Sevastopol´ 1919) Giovanissima militante dei gruppi anarco-comunisti ucraini, già a sedici anni è condannata a morte dal regime zarista, pena poi commutata in ergastolo. Nel 1917 fonda con altri la Guardia Nera, mettendo a segno molte azioni efficaci contro le armate bianche, che nel 1919 riescono a catturarla e la fucilano insieme al compagno, l’anarchico polacco Witold Bzhostek.
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Maria Nikiforova detta Marusya (Alexandrovsk 1885 – Sevastopol´ 1919). Giovanissima militante dei gruppi anarco-comunisti ucraini, già a sedici anni è condannata a morte dal regime zarista, pena poi commutata in ergastolo. Nel 1917 fonda con altri la Guardia Nera, mettendo a segno molte azioni efficaci contro le armate bianche, che nel 1919 riescono a catturarla e la fucilano insieme al compagno, l’anarchico polacco Witold Bzhostek.
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Giliana Berneri (Firenze 1919 – Montreuil-sous-Bois 1998). Figlia di Camillo e di Giovanna Caleffi, si trasferisce con la famiglia in Francia per sfuggire al fascismo e lì resta per il resto della vita lavorando come psichiatra e psicoanalista. Già nel 1939 viene iscritta nella “Rubrica di frontiera” con la dizione “anarchica da arrestare”. Finita la guerra rimane una figura di rilievo nel movimento anarchico franco-italiano.
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Marie Jeanne Picqueray (Savenay 1898 – Paris 1983). Antimilitarista, si batte contro la prima guerra mondiale. Durante il processo a Sacco e Vanzetti manda per protesta un pacco bomba dimostrativo all’ambasciata degli Stati Uniti. Nel 1940 aiuta i rifugiati internati nei campi francesi e fornisce documenti falsi a molti perseguitati politici. Dopo la liberazione, milita nel Sindacato dei correttori di bozze e sostiene le lotte in favore dell’obiezione di coscienza al servizio militare.
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Marina Padovese (Como 1958 – Lugano 1998). Instancabile organizzatrice, collabora con la stampa libertaria, in particolare “A rivista anarchica”, tenendo comizi e conferenze in tutta Italia, spesso sul femminismo. Per anni tra i promotori dei Meeting anticlericali di Fano, partecipa attivamente alle attività del Centro studi libertari di Milano e in particolare all’Incontro Internazionale Anarchico “Venezia ’84”.
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Marie-Christine Söderjelm Mikhailo (Helsinki 1916 – Lausanne 2004). Insieme alla figlia Marianne Enckell è stata per quasi mezzo secolo l’animatrice del Centre International de Recherches sur l’Anarchisme (CIRA), di cui diventa responsabile dopo che nel 1963 il suo fondatore, Pietro Ferrua, viene espulso dalla Svizzera. Qualche anno dopo trasferisce il centro da Ginevra a Losanna nei locali della villa di famiglia dove il CIRA ha tuttora sede.
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Margarethe Hardegger (Bern 1882 – Minusio 1963). Organizzatrice di gruppi sindacali e femministi, difende pubblicamente l’educazione sessuale, la diffusione dei contraccettivi, il diritto all’aborto e l’amore libero. Sempre in Svizzera fonda varie comunità libertarie di tipo sperimentale ma di vita breve. Anche in età avanzata rimane politicamente attiva collaborando con varie associazioni tra cui il Comitato Pestalozzi, fondato per aiutare i figli dei repubblicani spagnoli.
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Kreszentia Elfinger (Haslach 1884 – Ostberlin 1962). Dopo l’assassinio da parte dei nazisti del suo compagno Erich Mühsam, nel luglio 1934 emigra prima a Praga e poi a Mosca dove spera di riuscire a pubblicare le opere di Mühsam. Nel 1936, durante le “purghe staliniane”, viene falsamente accusata di “attività trotzkista controrivoluzionaria” e arrestata. Rilasciata solo nel 1954, le viene consentito di emigrare nella Repubblica Democratica Tedesca, dove muore senza poter riprendere l’attività militante.
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Noe Itō (Fukuoka 1895 – Tokyo 1923). Scrittrice e femminista giapponese, edita la rivista femminista di arte e cultura “Seitō” dove introduce argomenti quali aborto, prostituzione e maternità. In ambito letterario si occupa sia di saggistica che di narrativa, scrivendo racconti, testi di critica sociale e traducendo gli scritti di Emma Goldman. Viene uccisa dalla polizia, insieme al suo compagno e a suo nipote di 6 anni, all’età di 28 anni.
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Misato Toda (Tokyo 1933 – Tokyo 2018). Storica giapponese e studiosa di Errico Malatesta, conduce le sue ricerche in Giappone, Italia e Germania. Partecipa a numerosi convegni internazionali dedicati a Bakunin, Kropotkin e Malatesta. Collabora con diverse riviste tra cui “A rivista anarchica”.
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Ida Pilat (Odesa 1896 – New York 1980). Dopo il pogrom del 1905 si trasferisce con la famiglia a New York dove diventa segretaria e traduttrice e si inserisce nel movimento libertario durante la campagna per Sacco e Vanzetti. Oltre a tradurre dal russo articoli e libri, Bakunin in particolare, fa parte di diversi gruppi e associazioni come la Modern School “Francisco Ferrer” di Stelton, la Lega di Mutuo Soccorso e il Libertarian Book Club.
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Etta Federn (Wien 1883 – Paris 1951). Femminista, scrittrice e pedagogista si impegna attivamente nella Syndikalistischer Frauenbund, il sindacato femminile. Per la sua attività riceve minacce di morte da parte delle squadracce naziste, tanto che nel 1932 è costretta a trasferirsi a Barcellona dove milita nelle Mujeres Libres e dove fonda quattro scuole laiche ispirate alla Escuela Moderna di Ferrer. Nel 1938 si trasferisce a Parigi e durante la guerra si impegna con i figli nella resistenza.
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Audrey Goodfriend (New York 1920 – Berkeley 2013). Figlia di anarchici, cresce in una cooperativa ebraica di sinistra nel Bronx. Con Paul Goodman e altri giovani anarchici per lo più ebrei fonda nel 1942 la rivista “Why”, accesamente contraria all’intervento americano nella seconda guerra mondiale. Nel 1946 si trasferisce in California con il suo compagno David Koven con cui fonda, nella metà degli anni Cinquanta, la Walden School and Community, un esperimento educativo autogestito tuttora operante.