[Il ritratto di Montaldo presente in questa immagine è tratto da una foto di SinixLab, distribuita con licenza CC BY-SA 2.0]
Oggi, 6 settembre 2023, si è spento nella sua casa di Roma Giuliano Montaldo. Nato a Genova nel 1930, regista, sceneggiatore, attore, partigiano; grande esponente del cinema di impegno civile.
Lo vogliamo ricordare in modo particolare per la coraggiosa scelta di girare il film su Sacco e Vanzetti nel contesto dei primi anni Settanta, prendendo a prestito le parole di Michele Calandri, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza della Provincia di Cuneo, in occasione di una presentazione del film a Villafalletto, città natale di Bartolomeo Vanzetti, nei primi anni Duemila: “Il film è uscito nel 1971, anni strepitosi quelli, in cui i movimenti si succedevano come onde una dopo l’altra, scavalcando i partiti e scuotendo la società. E i riferimenti al presente, le chiavi di lettura, ci apparvero allora subito chiare. Nel 1969 con le lotte studentesche ed operaie, la borghesia capitalistica aveva messo in campo la reazione di sempre, la stessa degli Stati Uniti negli anni venti. La reazione aveva armato la mano dei fascisti ed iniziato la lunga serie delle trame nere, degli attentati indiscriminati, delle bombe. Dopo Piazza Fontana si cercarono subito i capri espiatori tra gli anarchici. I fatti sono noti: Pinelli volò da una finestra della questura di Milano ed il film ricorda il famoso precedente di Andrea Salsedo che aveva fatto la stessa fine negli Stati Uniti poco tempo prima dell’arresto di Sacco e Vanzetti”.
“L’opera di Montaldo, proprio per i suoi rimandi all’attualità ed il forte impegno civile, ebbe grande successo ed una enorme ripercussione sull’opinione pubblica, soprattutto quella giovanile, anche perché intorno i segnali pesantemente negativi si susseguivano ininterrottamente: nel luglio 1970 la rivolta dei “boia chi molla” a Reggio Calabria direttamente guidata dai missini, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre il tentativo di colpo di stato di J. Valerio Borghese; e ancora la morte in carcere, il 7 maggio 1972, di Franco Serantini”.
Il parallelo tra quanto successe a Nicola Sacco, Bartolomeo Vanzetti e Andrea Salsedo da una parte, e Giuseppe Pinelli dall’altra, non passò ovviamente inosservato tra gli anarchici. L’Archivio Pinelli, nel suo piccolo, produsse un breve filmato composto di rare immagini d’archivio intorno al “caso” Sacco e Vanzetti, accostate a riprese dei funerali di Giuseppe Pinelli. Il video venne poi diffuso negli anni Ottanta sotto forma di videocassetta.
Le parole di Michele Calandri sono tratte dall'articolo Ricordando Bartolomeo Vanzetti, di Lele Odiardo, pubblicato su «A Rivista anarchica» n. 287.