Laboratori d’utopia
di Ronald Creagh
Edizioni Antistato, Milano, 1985
240 pp. / ISBN 88-85060-28-5
Dalla quarta di copertina:
«Queste comunità, a loro modo, già dicevano che bisognava 'prendere i desideri per realtà', anticipando gli slogan del maggio ’68».
Le Figaro
«Spettatore coinvolto, Ronald Creagh intende dissipare i pregiudizi abituali verso queste esperienze. Dimostra che parlare di sconfitta (prendendo a pretesto la loro breve esistenza, la loro presunta incoerenza, la loro marginalità) significa supporre un modello di 'successo' preso a prestito dall’ordine sociale esistente».
Le Monde
«In queste pagine viene riportato alla luce un capitolo originale e profondo della storia del popolo americano».
Nouvelles Litteraires
Sull’utopia c’è ormai una letteratura abbondantissima. Ma quasi sempre chi ha scritto d’utopia s’è occupato dei testi teorici più che delle esperienze di quei gruppi che nel «qui e ora » hanno cercato e cercano di vivere l’utopia. Quest’opera, che s’occupa della più «utopica» tra le utopie — l’anarchia — nel Paese più fantasmagorico dell’immaginario occidentale — gli Stati Uniti d’America —, sviluppa invece la riflessione proprio a partire dal vissuto delle comunità libertarie fondate tra la metà del secolo scorso ed i nostri giorni. Quelle comunità, che Creagh presenta attraverso fonti anche inedite, sono state e sono veri e propri laboratori d’utopia, situazioni cioè in cui vengono sperimentalmente sfidati i limiti dell’immaginario istituito, i dogmi indimostrati del dominio.
Ronald Creagh [Alessandria d'Egitto 1929 - Montpellier 2023], è stato professore di cultura americana nell’Università Paul-Valery di Montpellier, è autore di Histoire de l’anarchisme aux Ètats Unies d’Amerique (Grenoble, 1981) e di Sacco et Vanzetti (Parigi, 1984).