REPUBBLICA FRANCESE FEDERAZIONE RIVOLUZIONARIA DEI COMUNI
La situazione disastrosa nella quale si trova il paese: l’incapacità dei poteri ufficiali e l’indifferenza delle classi privilegiate hanno portato la nazione francese sull’orlo dell’abisso.
Se il popolo organizzato in modo rivoluzionario non si affretta ad agire, il suo avvenire sarà perduto, la rivoluzione sarà perduta, tutto sarà perduto. Tenendo conto dell’enormità del pericolo e considerando che l’azione disperata del popolo non potrebbe essere ritardata di un solo istante, i delegati dei comitati federati della salvezza della Francia, riuniti nel Comitato centrale, propongono di adottare immediatamente le seguenti risoluzioni:
Art. 1 – La macchina amministrativa e governativa dello Stato, divenuta ormai impotente, è abolita. Il popolo di Francia rientra in pieno possesso di se stesso.
Art. 2 – Tutti i tribunali criminali e civili sono sospesi e sostituiti dalla giustizia del popolo.
Art. 3 – Il pagamento delle imposte e delle ipoteche viene sospeso. L’imposta viene sostituita dai contributi di tutti i comuni federati, prelevati dalle classi più ricche, in proporzione ai bisogni del bene della Francia.
Art. 4. - Lo Stato, essendo decaduto, non potrà più intervenire nel pagamento dei debiti privati.
Art. 5. - Tutte le organizzazioni municipali esistenti vengono bloccate e sostituite in tutti i comuni federati dai Comitati della salvezza della Francia, che eserciteranno tutti i poteri sotto il controllo diretto del popolo.
Art. 6. - Ogni comitato di capoluogo di dipartimento invierà due delegati per formare la Convenzione rivoluzionaria della salvezza della Francia.
Art. 7 – Questa Convenzione si riunirà immediatamente al Municipio di Lione, in quanto seconda città di Francia ed essendo nella migliore posizione per provvedere energicamente alla difesa del paese.
Questa Convenzione, appoggiata da tutto il popolo, salverà la Francia.
ALLE ARMI!
Il manifesto rosso affisso sui muri di Lione il 26 settembre 1870 è stato redatto da Bakunin il giorno prima. Gli articoli 6 e 7 sono stati aggiunti da un giovanissimo seguace, Albert Richard, figlio di un militante operaio. L’articolo è firmato da 26 nomi, in maggioranza operai lionesi. Fra i tre o quattro non lionesi, figura Michail Bakunin. Due giorni più tardi, ci sarà il tentativo di presa del potere da parte di diverse migliaia di operai dei cantieri nazionali il cui consiglio municipale aveva appena abbassato il salario giornaliero da 3 franchi a 2,50 franchi. Bakunin e il Comitato centrale occupano il Municipio [Hôtel de Ville]. Il leader anarchico, arrestato per brevissimo tempo e poi liberato, deve allontanarsi. Parte per Marsiglia, con l’intenzione di contribuire all’insurrezione della città. Sei mesi più tardi nascerà la Comune di Parigi.
Testo e informazioni nella presentazione di Fernand Rude: a Michel Bakounine, De la guerre à la Commune, recueil de textes, Anthropos, 1972.
14/11/2024