(minuto 0:08)
PËTR ALEKSEEVIČ KROPOTKIN
Mosca febbraio 1921
Pëtr Alekseevič Kropotkin (Mosca, 9 dicembre 1842 – Dmitrov, 8 febbraio 1921)
È stato uno dei “padri fondatori” dell’anarchismo, in particolare per le sue riflessioni sulla scienza e il mutuo appoggio in natura e in società. Dopo un lungo esilio a causa delle sue attività rivoluzionarie, torna in Russia allo scoppio della rivoluzione, nel 1917. Fortemente critico nei confronti del nascente regime bolscevico. muore nel 1921 a Dmitrov.
Le rare immagini d’archivio, realizzate per il cine-documentario “Cronache Socialiste”, mostrano le varie fasi del suo funerale, che testimoniano della grande popolarità di cui godeva Kropotkin. Dapprima il corteo funebre, a Dmitrov, porta il feretro dalla sua abitazione al treno che lo condurrà a Mosca per le celebrazioni ufficiali. Nella capitale il feretro è esposto nella Sala delle Colonne della Casa dei Sindacati. Tra le tante persone presenti sono riconoscibili anche Emma Goldman e Aleksandr Berkman, all’epoca residenti in Russia. Molti gli striscioni esposti nella sala e poi nel corteo firmati dalle varie organizzazioni: “Dove c’è potere, c’è violenza”; “La libertà non si regala, si conquista”; “Non c’è veleno più abietto del potere sulle persone”; “Contro di noi il potere e il capitale. Con noi, tutti gli oppressi” e “Libertà per gli anarchici arrestati nelle camere di tortura, che si battono per le idee di Kropotkin”. Dalla Casa dei Sindacati il corteo funebre raggiunge il cimitero, passando prima davanti alla prigione della Lubjanka, dove sono detenuti molti anarchici. Di fatto quella sarà l’ultima manifestazione anarchica consentita dal regime sovietico.
(minuto 1:55)
NICOLA SACCO E BARTOLOMEO VANZETTI
Boston 1921
Ferdinando Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 aprile 1891 – Charlestown, 23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888 – Charlestown, 23 agosto 1927)
Le poche immagini sopravvissute all’ordine delle autorità americane di distruggere tutti i filmati riguardanti il caso Sacco-Vanzetti riprendono, in alcuni spezzoni del 1921, i due anarchici italiani mentre vengono scortati in tribunale per presenziare a uno dei processi cui furono sottoposti dopo l’arresto nel 1920. Condannati senza prove, Sacco e Vanzetti verranno giustiziati il 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown, in Massachusetts, nonostante una straordinaria campagna in loro favore sia negli stessi Stati Uniti sia in moltissimi altri paesi, a esclusione dell’Italia ormai in pieno regime fascista. Nelle immagini finali si vedono le proteste che accompagnano i loro funerali a Boston, cui assiste una grande folla nonostante la polizia carichi ripetutamente i partecipanti sia durante il corteo sia nel cimitero in cui avviene la cremazione.
(minuto 3:25)
ERRICO MALATESTA
Savona 1° maggio 1920
Errico Malatesta (Santa Maria Capua Vetere, 14 dicembre 1853 – Roma, 22 luglio 1932)
Malatesta è stato uno dei più importanti protagonisti del movimento anarchico italiano, segnandone la storia dalla Prima Internazionale all’ascesa del regime fascista, che lo terrà ormai vecchio e malato agli arresti domiciliari fino alla morte. Le immagini lo riprendono a Savona il 1° Maggio del 1920, durante il cosiddetto Biennio Rosso, quando un treno speciale messo a disposizione dal Sindacato Ferrovieri, arriva stracolmo di militanti nella cittadina ligure per ascoltare il comizio di quello che veniva definito “il Lenin d’Italia”. Le immagini riprendono il corteo che confluisce in piazza Garibaldi per il comizio finale, al quale partecipano, oltre Malatesta, anche lo spezzino Pasquale Binazzi, Cesare Ravaschio, responsabile della Cooperativa Carbonai dei portuali genovesi, e Antonio Negro, responsabile della locale Camera del Lavoro (padre della bambina che Malatesta tiene in braccio nei fotogrammi finali). Le immagini della festa popolare sono state girate il giorno successivo nel Bosco delle Ninfe.
(minuto 5:39)
NESTOR IVANOVIČ MACHNO
Nestor Ivanovič Machno (Guljaj Pole, 26 ottobre 1888 [data registrata all’anagrafe: 27 ottobre 1889] – Parigi, 25 luglio 1934)
Machno è stato tra il 1917 e il 1921 il personaggio centrale di una rivoluzione anarchica in Ucraina – forse l’ultima rivolta contadina d’Europa – che con il nome di machnovščyna ha non solo coinvolto milioni di persone in un grande esperimento di autogestione libertaria ma ha anche visto in azione un’armata volontaria composta da circa 50.000 effettivi. La machnovščyna – come veniva chiamata – si opporrà vittoriosamente sia ai generali zaristi, sia ai nazionalisti ucraini, a tratti alleandosi con l’Armata Rossa bolscevica. La stessa che nel 1921, una volta che i suoi oppositori sono stati liquidati, a tradimento soffocherà nel sangue la rivolta libertaria. Costretto a lasciare l'Ucraina, Machno si rifugia a Parigi, dove morirà poverissimo com’era nato.
Le immagini mostrano i partigiani machnovisti che affluiscono a Guljaj Pole, la “capitale” del movimento machnovista. In alcune immagini si vede Machno, con l’immancabile colbacco, che si prepara a prendere un treno che lo porterà a un incontro con i Rossi quando ancora è in vigore un’alleanza tra le due forze. Accanto a lui il ferroviere Viktor Belaṧ, con cui condivide la responsabilità militare e il compito di salvaguardare per quanto possibile i principi anti-militaristi della machnovščyna: volontarietà, autodisciplina ed elezione diretta delle persone in comando durante (e solo durante) le azioni militari.
(minuto 7:05)
BUENAVENTURA DURRUTI
Spagna 1936
Buenaventura Durruti (León, 14 luglio 1896 – Madrid, 20 novembre 1936)
Durruti è stato una delle figure più importanti del movimento anarchico spagnolo e in particolare della rivoluzione esplosa all’inizio della guerra civile del 1936-39. Dopo la costituzione da lui proposta del Comitato delle Milizie antifasciste di Catalogna, già il 23 luglio 1936 raggiunge, con una colonna di 10.000 miliziani anarchici, il fronte di Aragona, dove riesce a fermare l’avanzata fascista. Successivamente si sposta con tutta la colonna a Madrid, pesantemente minacciata dai franchisti. E lì, in Plaça Moncloa, dove sono in atto scontri a fuoco con i fascisti, muore colpito da un proiettile vagante.
Le immagini mostrano inizialmente la Colonna Durruti mentre nel luglio 1936 lascia Barcellona – ancora esultante per aver sconfitto il golpe militare – per dirigersi verso Saragozza. Lungo la strada si vede Durruti che scende dalla macchina per discutere con gli altri miliziani il percorso da seguire. Con le immagini successive si torna a Barcellona, ma nel novembre dello stesso anno, in occasione del suo funerale, che vede scendere nelle strade l’intera città.
(minuto 10:02)
EMMA GOLDMAN
Stati Uniti 1938
Emma Goldman (Kovno, 29 giugno 1869 – Toronto, 14 maggio 1940)
Nata in una famiglia ebraica, a soli quindici anni emigra negli Stati Uniti dove ben presto aderisce all’anarchismo, divenendo una delle sue militanti più note e impegnate. Conferenziera acclamata, scrive libri e fonda riviste, ma conduce parallelamente un’intensa attività antimilitarista. Espulsa dagli USA, si reca nella Russia rivoluzionaria, insieme al suo compagno di lotta Aleksander Berkman, ma disillusa dalla svolta totalitaria del bolscevismo, risiede prima in vari paesi europei per approdare infine in Canada, dove muore nel 1940.
Le immagini mettono insieme due momenti diversi del 1938. In quell’anno, grazie all’intervento del Segretario del lavoro dell’amministrazione Roosevelt, Frances Perkins, Emma Goldman riceve un permesso speciale che le consente di tornare negli Stati Uniti per tre mesi. Inizialmente le immagini mostrano l’affluenza delle persone a un pic-nic antifascista organizzato domenica 28 agosto 1938 presso l’Harmonia Park, in cui Emma Goldman interviene per promuovere la raccolta fondi a favore degli anarchici spagnoli. Sono visibili scene di convivialità, e una panoramica delle persone presenti, tra cui moltissime donne. Nelle immagini successive si vede Emma Goldman mentre viene intervistata dalle maggiori testate statunitensi durante una conferenza stampa sulla situazione mondiale.
(minuto 11:40)
GIUSEPPE PINELLI
Milano dicembre 1969 (funerali)
Giuseppe Pinelli (Milano, 21 ottobre 1928 – Milano, 15 dicembre 1969)
La carrellata dei volti noti dell’anarchismo chiude con i funerali del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, al quale è dedicato il nostro archivio. La vita di Pino è strettamente intrecciata a quella dell’anarchismo italiano. Nato in uno dei quartieri più popolari di Milano, Pinelli decide da che parte stare appena sedicenne quando diventa staffetta partigiana. Molto attivo sulla scena nazionale e internazionale, la sua vicenda esistenziale viene “accidentalmente” interrotta nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969, pochi giorni dopo la strage di piazza Fontana, quando viene fatto precipitare da una finestra della questura milanese nel pieno della cosiddetta “strategia della tensione”.
Le immagini riprendono il corteo funebre del 20 dicembre 1969, quando una folla di milanesi testimonia con la sua presenza di non credere alle versioni ufficiali secondo cui Pinelli si sarebbe suicidato perché coinvolto nella strage. Ci vorranno anni per smentire quelle menzogne, ma quel corteo funebre è il primo atto di una campagna di controinformazione che alla fine proverà l’estraneità di Pinelli e degli anarchici, confermando che quella di piazza Fontana fu una “strage di Stato” fatta in accordo con i gruppi neofascisti.