Intervista a Benito Recchilongo del 30 settembre 2019 relativa all'incontro internazionale anarchico "Venezia 1984".
Mi chiamo Benito Recchilongo, sono nato a Campli (TE) il 4/8/1938, e risiedo a Roma. Da giovane sono stato professore e preside nei licei. Nel 1982/1983 ho lavorato presso la Fondazione Giacomo Brodolini (il padre dello "Statuto dei lavoratori"). Lasciato l'insegnamento, nel 1986 fondai, insieme con mia moglie Sylvie André, la galleria André, che ho poi diretto fino al 2016 e che esiste tuttora a Roma, in via Giulia. Ho pubblicato alcuni saggi critici di letteratura e di arte: tra i quali, nel 1981, Camille Pissarro, Grafica anarchica (edito dall' Istituto dell'Enciclopedia Italiana), che in quello stesso anno ottenne il premio per la critica dall'Accademia dei Lincei. Non sono mai stato un militante in senso stretto, ma ho sempre votato per il Partito Socialista e poi per l'area della sinistra.
Nel 1984 avevo 46 anni e dirigevo il Liceo Scientifico "Manfredi Azzarita", a Roma.
Al Convegno di Venezia 84 fui invitato in quanto autore del saggio su Camille Pissarro, per una relazione, con successivo dibattito, sul rapporto tra gli intellettuali ed il movimento anarchico, soprattutto in Francia, alla fine dell'800. Naturalmente accolsi con grande interesse l'invito. L'incontro si svolse (in Campo San Polo, se ricordo bene) con grande partecipazione di pubblico ed un vivace dibattito. La mia relazione si soffermò sul profilo straordinario di intellettuale, oltre che di artista, di Camille Pissarro, che fu definito il "Patriarca dell'Impressionismo" perché ne fu il sostenitore più tenace. Per dare un carattere stabile al gruppo degli Impressionisti, sebbene non mancassero contrasti caratteriali ed ideologici tra le varie personalità che lo componevano, Pissarro, attingendo alla sua esperienza di militante anarchico, cercò di organizzarlo in forma di cooperativa e fece approvare un regolamento interno sul modello dello statuto d'una corporazione di panettieri. Nel dibattito, il discorso si allargò poi agli scontri sociali drammatici in Francia, alla fine dell'800: la "propaganda mediante i fatti" e gli attentati anarchici; le lois scélérates (1893/1894), che portarono in prigione molti anarchici (tra questi intellettuali come il critico F. Fénéon e il pittore M. Luce) e costrinse gli altri a rifugiarsi all'estero (compreso Pissarro, in Belgio); l'affaire Dreyfus. Quelle vicende costituirono uno spartiacque tra gli intellettuali francesi: alcuni, come Degas e Renoir, si schierarono con la reazione borghese; pochi, come Pissarro e Mallarmé, manifestarono comprensione o simpatia verso i gesti di rivolta degli anarchici.
Partecipare ad un dibattito in una piazza piena di gente, fu come una boccata d'aria, la sensazione che si stava uscendo dagli "anni di piombo".
[nella foto, Benito Recchilongo (al centro) durante la conferenza "Arte e Anarchia" in Campo San Polo. A sinistra, Arturo Schwarz]