La società aperta
di Pëtr Kropotkin, a cura di Herbert Read
Edizioni Antistato, Milano, 1976
261 pp.
Dalla quarta di copertina:
«Kropotkin è celebre, in una specie di iconografia tra il popolare e l’ironico, come il ‘principe anarchico’.Difatti era principe per nascita e anarchico lo diventò per volontà e ragionamento, per riflessione ed azione. Il guaio è che quella qualifica ha finito con l’oscurare l’importanza di Kropotkin come scienziato, come grande geografo e storico e sociologo che ha detto cose fondamentali, ancor oggi, a proposito dell’evolvere della società, del suo passato e del suo futuro...».
Carlo Doglio
Pëtr Kropotkin nasce a Mosca nel 1842. Arruolatosi ventenne nell’esercito si interessa con sempre maggior passione sia di problemi geografici sia delle nuove idee populiste, studiando Herzen e Proudhon. Dimessosi dall’esercito, continua per alcuni anni gli studi geografici, finché nel 1871 si reca in Svizzera ed entra in contatto con gli ambienti anarchici direttamente influenzati da Bakunin. L’anno successivo torna in Russia e vi svolge attività rivoluzionaria ma viene arrestato ed incarcerato. Nel 1876 riesce avventurosamente a fuggire e si stabilisce in Inghilterra, pur continuando a spostarsi da un paese all’altro. Fino al 1914 resta una delle figure più influenti dell’anarchismo internazionale, con Malatesta e Réclus. In questi anni pubblica: Parole di un ribelle (1885), La conquista del pane (1892), Campi, fabbriche e officine (1909), La scienza moderna e l’anarchia (1912).
Nel 1917 torna in Russia e si schiera con la rivoluzione, criticandone però la degenerazione autoritaria imposta dai bolscevichi. Nel suo ritiro, nei dintorni di Mosca, scrive L’Etica (1920). Nell’estate del 1920 manda un appello ai lavoratori di tutto il mondo, in cui considera un fallimento la rivoluzione russa. Muore l’8 febbraio 1921 ed i suoi funerali, seguiti da centomila persone, sono l’ultima grande manifestazione anarchica in Russia.
Herbert Read (1893-1968) è stato il critico delle arti figurative che nel dopoguerra ha dominato il panorama anglosassone in materia. Chi abbia letto L’arte e la società (La Nuova Italia), Educare con l’arte (Ed. Comunità), le sue interpretazioni di Moore e della pittura moderna non potrà fare a meno di essere interessato a questa scelta di scritti kropotkiniani che Read curò per una casa editrice anarchica inglese. Del resto egli non nascose mai le sue simpatie per l’anarchismo e le correlazioni esistenti con l’anarchismo nella sua opera letteraria e culturale.