Intervista a Elio Fiori
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La testimonianza orale di Elio Fiori è stata raccolta in preparazione della giornata di studi Le Brigate Matteotti “Bruzzi-Malatesta” e il contributo degli anarchici e dei libertari alla Resistenza 1943-1945, organizzata a Milano dal Centro studi libertari/Archivio G. Pinelli, in collaborazione con la Fondazione Anna Kuliscioff, l’8 aprile del 1995 per il 50° anniversario della Resistenza.
In vista di quell’incontro, due compagni – Alfonso Nicolazzi della tipografia Il Seme di Carrara e Lorenzo Pezzica del Centro studi libertari di Milano – convergono a Genova per intervistare Elio Fiori sulla Resistenza in Liguria.
Così Lorenzo ricostruisce quell’incontro quasi trent’anni dopo:
“Insieme ad Alfonso, vado a trovare Elio nella sua casa di Genova il 24 febbraio 1995. Insieme a lui c’è la moglie, che segue dalla cucina l’intervista a Elio e che farà di tanto in tanto delle incursioni sempre molto precise. È una lunga chiacchierata di circa un’ora – a volte divertente a volte drammatica, ma sempre vera e antiretorica – sulla sua esperienza nella resistenza in Liguria e su quello che poi sarà il suo impegno di militante anarchico nel dopoguerra.
Elio Fiori era nato a Genova il 16 marzo 1924 – quindi all’epoca dell’intervista era ormai settantenne – e di mestiere aveva fatto il camionista. Il padre di Elio era stato un antifascista della prima ora, e il figlio aveva seguito le orme del padre, diventando antifascista prima ancora di dichiararsi anarchico. A diciannove anni entrava a far parte della 175 Brigata Garibaldi SAP “Guglielmetti”, che operava agli ordini del Comando SAP Genova nella Val Bisagno, collaborando in particolare con i ferrovieri della stazione di Brignole. Nel dopoguerra aderisce alla FAI e ne diventa un attivo militante, mantenendo nel frattempo fitte relazioni con i vari gruppi anarchici del genovesato. Nel corso degli anni Settanta stringe amicizia con Fabrizio De André, tanto che nel 1975 il cantautore genovese gli affida il compito di “garantire una presenza anarchica organizzata” al concerto che i sindacati confederali volevano organizzare a Genova quell’autunno in solidarietà con le lotte dei lavoratori delle fabbriche occupate. Concerto a cui De André decideva di partecipare a condizione che fossero presenti anche gli anarchici con le loro bandiere (vedi a tal proposito Giovanni Alioti, Genova, autunno 1975, Quando Fabrizio chiuse con Addio Lugano bella, “A rivista anarchica”, n. 431, febbraio 2019).
Per me quello è stato un incontro importante, forse condotto un po' ingenuamente, ma decisamente coinvolgente e oltretutto terminato con un pranzo indimenticabile. Mai mangiate trofie al pesto così buone!”