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Pinelli una storia Venezia 1984 Crocenera anarchica

Home Centro studi libertari - Archivio G. Pinelli

Visto che non viviamo più i tempi della rivoluzione, impariamo a vivere almeno il tempo della rivolta - Albert Camus

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Seminario "Economia e anarchia" 7 novembre 2015

Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa, Reggio Emilia

Centro studi libertari/Archivio Giuseppe Pinelli, Milano

sono lieti di invitarvi


 

sabato 7 novembre 2015

biblioteca panizzi . sala planisfero

ore 15.00

economia e anarchia

regole, proprietà e produzione

fra dominio e libertà

partecipano

prof. Guido Candela (Università di Bologna)

autore del volume “economia, stato, anarchia regole, proprietà e produzione fra dominio e libertà”

prof. Massimo Amato (Università Bocconi, Milano)

coordina

Luciano Lanza (direttore di Libertaria)

 

Mentre l’anarchismo classico ha come punto di riferimento sia l’economia sia gli economisti, spesso citati in contrappunto, in quello moderno e post moderno, invece, il riferimento si affievolisce, se non scompare. Colpa anche del “rifiuto” degli economisti: il tema si sviluppa negli anni 1970 e solo dal 2005 si registra un interesse nuovo, ma circoscritto. Ovviamente vi sono eccezioni, ma rimangono “laterali” alla ricerca economica. Cionondimeno, i problemi economici sollevati dall’anarchia rimangono, né si affievoliscono nel capitalismo del presente.

Primi fra tutti sono i temi affrontati nella Teoria dei giochi e misurati nell’Economia sperimentale: il coordinamento, la cooperazione e le scelte pubbliche, che sono le premesse dell’anarchismo organizzato. Cercare queste risposte conduce a discutere dei prerequisiti dell’anarchia, sia sociali (informazione, reiterazione dei rapporti, mobilità sociale) sia individuali (preferenze non-autoritarie e non-invadenti).

Passando all’organizzazione economica, sorgano altre domande. Innanzitutto, alcune sono inerenti il ruolo dello Stato nella fornitura dei beni pubblici e nella gestione delle proprietà intrinsecamente pubbliche. Altre domande riguardano la produzione dei beni privati, poiché affermare l’autogestione non basta per chiudere il problema: si pensa a magazzini sociali à la Proudhon, a imprese private à la Warren e Spooner, a un sistema di cooperative à la Réclus e Landauer,  a imprese di Stato à la Kropotkin, o che altro.  Nelle diverse soluzioni, occorre chiarire sia il ruolo dei mercati sia la determinazione dei prezzi. L’economia, inoltre, dà risalto a temi che sono fondamentali nell’anarchismo: la proprietà, la distribuzione del reddito e l’organizzazione del lavoro. Ultimo ma non ultimo: che dire del rapporto fra Società e Natura, che coinvolge scelte di produzione e di consumo? Ogni risposta va cercata considerando le nuove tecnologie di comunicazione, da cui l’anarchismo post moderno non può prescindere.

Per l’anarchia, parlare di economia vuol dire assumere come riferimento i temi dell’efficienza e dell’equità. L’equità è da sempre nel “cuore” dell’anarchismo, ma l’efficienza diviene il punto focale di un altro dialogo. Nasce così la questione dell’altruismo come conditio sine qua non per dare all’anarchia la superiorità produttiva necessaria alla sua “sostenibilità” economica,  rispetto alle organizzazioni sociali concorrenti. Allora, l’economia del main streem basata sull’homo oeconomicus non può “rendere ragione” dell’anarchismo, se non superando i suoi stessi schemi logici. In questo ci viene incontro l’Economia sperimentale che, nei “laboratori” condotti dai sociologi e dagli economisti dal 1972 al 2010, conclude per un homo reciprocans – condizionale alla cooperazione, all’altruismo ed alla punizione degli opportunisti – più frequente di quanto gli economisti teorici sostengano.

È dalla risposte che si danno a queste domande che dipendono tattica e strategia dell’anarchismo in movimento. (Guido Candela)

 

Guido Candela, già professore di Politica economica, è professore Alma Mater nel Dipartimento di Scienze economiche dell’Università

di Bologna. Ha pubblicato libri e articoli in riviste nazionali e internazionali sul pensiero economico, il ruolo dello Stato, la politica economica, le scelte pubbliche.

 

Il Centro studi libertari/Archivio G. Pinelli, fondato

a Milano nel 1976, si prefigge da un lato di mantenere viva la memoria storicadell’anarchismo e dall’altro di contribuire allo sviluppo di una cultura propriamente libertaria che sappia opporsi creativamente,

con coraggio e lucidità critica, all’onnipresente cultura del dominio.

Centro Studi Libertari / Archivio G. Pinelli

via Jean Jaurès 9, 20125 Milano

tel. 02 87 39 33 82

centrostudi@centrostudilibertari.it

www.centrostudilibertari.it

 

 

 

 

L’Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia custodisce un ricco patrimonio librario e documentario che abbraccia circa un secolo di storia. L’ampia documentazione relativa all’attività politica e pubblicistica di Camillo Berneri, uno dei principali protagonisti del movimento anarchico internazionale, consegnata dalla famiglia Berneri ad Aurelio Chessa, ha costituito il nucleo più significativo di un archivio-biblioteca che lo stesso Chessa ha poi curato ed arricchito con  un impegno che divenne per lui ragione di vita. Oggi l’Archivio è diventato un punto di riferimento fondamentale per gli studiosi dell’anarchia e del movimento operaio.

Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa

via Tavolata 6, Reggio Emilia

tel. 0522 439323

archivioberneri@gmail.com

 

28/10/2015
Notizia

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Chi siamo in breve

Il Centro Studi Libertari nasce nel 1976 con la duplice finalità della costruzione di un archivio per la conservazione della memoria dell'anarchismo e del ripensare l'anarchismo alla luce del contesto sociale in cui opera al fine di renderlo un punto di riferimento alternativo alla cultura dominante.

Il CSL aderisce alla rete nazionale RebAl, e al coordinamento internazionale FICEDL.

 

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