Eduardo Raul Colombo nasce a Quilmes, una cittadina a 17 chilometri da Buenos Aires, nel 1929. La famiglia del padre, medico, è di origine italiana, e più precisamente lombarda, mentre la famiglia della madre è di origine francese, pur essendo emigrata dalla Catalogna. Dopo aver terminato gli studi a Quilmes si iscrive alla Facoltà di Medicina di Buenos Aires, ma nel frattempo ha iniziato quella militanza anarchica che costituirà il tratto saliente del suo intero percorso esistenziale.
Già alla fine degli anni Quaranta, quando è ancora uno studente liceale, aderisce alla Federación Obrera Regional Argentina (FORA), un’organizzazione anarchica, attiva dai primi anni del Novecento, che programmaticamente porta avanti in modo unitario sia le attività più “politiche” sia quelle più “sindacali”. Eduardo inizia a partecipare alle lotte anarcosindacaliste che la FORA porta avanti in tutto il paese, anche durante i ricorrenti periodi di dittatura che segnano la storia argentina di quel periodo. Comincia anche a collaborare con il più importante periodico anarchico argentino, “La Protesta”, assumendone qualche anno dopo la responsabilità editoriale.
Dopo la laurea in medicina, diventa docente di psicologia sociale nelle università di La Plata prima e di Buenos Aires poi, ma in seguito al colpo di Stato militare del 1966 attuato dal generale Onganía viene espulso dall’università. Nel 1967 assume la direzione della rivista “Psiquiatría Social”, ma il peggiorare della situazione politica lo spinge a lasciare l’Argentina nel 1970 e a riparare in Francia, precisamente a Parigi, insieme alla compagna Heloisa Castellanos e ai loro due figli, Laura e Mateo. Nonostante le iniziali difficoltà di reinserimento lavorativo, ben presto si afferma come psicoanalista, mestiere che continua fino alla fine dei suoi giorni, mantenendo un orientamento freudiano e fortemente antilacaniano.
Non appena arriva in Francia, comincia, sempre insieme a Heloisa, una costante e intensa collaborazione con il movimento anarchico europeo, in particolare francese, spagnolo e italiano. Nei primi anni Settanta, aderisce al gruppo Information correspondance ouvrière (ICO), che pubblica l’omonima rivista, e, alla chiusura di questa, partecipa alla creazione del periodico “Lanterne noire” (1974-1978) insieme a vari militanti anarchici provenienti dal Mouvement du 22 Mars e dalla redazione del periodico “Noir et Rouge”. Nel frattempo si rinsaldano i contatti con il movimento italiano e in particolare con il gruppo che fonda il Centro studi libertari Giuseppe Pinelli di Milano – Eduardo partecipa già al primo convegno internazionale organizzato dal centro studi milanese, quello del 1976 in occasione del centenario della morte di Bakunin – e che gestisce dal 1980 la rivista trimestrale “Volontà”, nella cui redazione entrano Eduardo e Heloisa, restandoci fino alla chiusura della rivista nel 1996.
Eduardo avvia anche un’intensa attività di saggista che lo porta a scrivere innumerevoli articoli e libri di carattere politico (tradotti in varie lingue), che si affiancano a una produzione più strettamente psicoanalitica.
In quanto membro della CNT francese (Confédération nationale du travail), cura per un periodo le edizioni CNT-RP e soprattutto è tra i fondatori, nel 1997, della rivista anarchica francofona “Réfractions”, di cui sarà uno dei principali redattori fino alla morte. Il suo ultimo scritto, intitolato Une Trajectoire, è l’introduzione all’antologia francese di Amedeo Bertolo Anarchiste et fier de l’être, pubblicata nel 2018 dall’Atelier de création libertaire e da Réfractions, a testimoniare non solo una visione militante condivisa, ma anche un’amicizia che ha attraversato i decenni.
Eduardo muore a Parigi il 13 marzo 2018 dopo una breve malattia. La cerimonia funebre, che si tiene al Père-Lachaise il 19 marzo, vede una folta partecipazione di anarchici provenienti da vari paesi, soprattutto da quel mondo latino che l’ha riconosciuto come uno dei pensatori anarchici più profondi e raffinati degli ultimi decenni. Ma al di là del pensatore, Eduardo è stato al contempo un rivoluzionario convinto e coerente. Per questo vogliamo chiudere la sua nota biografica con il saluto che accompagnava tutte le sue lettere e più tardi le sue mail: syrs. Salud y revolución social.