La pratica dell'utopia. Cinque saggi sull'anarchismo ieri, oggi e domani
di Louis Mercier Vega
Edizioni Antistato, Milano, 1978
187 pp.
Qual è il nesso tra la bandiera anarchica issata nel 1954 dai prigionieri politici sul pennone del gulag siberiano di Norilsk e quella che nel 1968 sventolava sulla Sorbona occupata?
Che cosa hanno in comune i guerriglieri contadini dell’Ucraina del 1922 e gli anarcosindacalisti di Stoccolma o di Barcellona del 1978? Perché, alla faccia di cento necrologi scritti sul suo conto, l’anarchismo dimostra una vitalità sorprendente? Dove termina uno specifico movimento, con i suoi teorici, le sue organizzazioni, i suoi propagandisti ed agitatori, e dove inizia la spontaneità di una continua riscoperta del valori egualitari e libertari da parte dei movimenti popolari? Quale sforzo di lucidità, quali problemi operativi pongono i profondi mutamenti tecnici e sociali dell’ultimo mezzo secolo alla pratica dell'utopia anarchica?
Louis Mercier Vega, alias Santiago Parane, alias Charles Ridel, alias..., belga, francese, cileno, ...
Nell'arco di una vita avventurosa, l’autore di questo libro ha assunto diverse identità. Militante anarchico fin dalla prima giovinezza, partecipa nel '36 in Spagna alla fondazione del gruppo internazionale della colonna Durruti; si rifugia in America Latina allo scoppio della guerra mondiale; poi, attraverso l’Africa ed il Medio Oriente, torna nel '45 in Francia, dove rimane, tranne viaggi di studio e lavoro in Sud America, fino alla morte volontaria nel novembre 1977. Collaboratore regolare della stampa libertaria di lingua francese, spagnola, Italiana, fondatore e redattore di "Interrogations, rivista Internazionale di ricerche anarchiche", ha pubblicato L'Increvable anarchisme (Parigi, 1969), oltre a diversi saggi di sociologia politica latinoamericana.
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