Attilio Bortolotti / Art Bartell (Codroipo 19 settembre 1903 - Toronto 10 febbraio 1995)
Nasce in Friuli, quindicesimo figlio, su diciotto, di Maria Pittana e Luigi Bortolotti, piccolo imprenditore edile che al contempo alleva bachi da seta. Vive in diretta la tragedia della prima guerra mondiale e diventa per il resto della sua vita un acceso antimilitarista. Nel 1920 emigra in Nord America e lì ben presto aderisce a un anarchismo che non è solo una visione politica, ma anche una scelta etica che segnerà tutto il suo percorso esistenziale.
Negli anni Venti si sposta più volte tra USA e Canada, in base alle vicissitudini politiche legate alla sua militanza, per poi stabilirsi definitivamente a Toronto.
Nel 1934 entra in contatto con Emma Goldman, che all'epoca si è anche lei trasferita a Toronto, e i due stringono una forte amicizia. Nel 1939, quando Bortolotti viene arrestato e minacciato di essere deportato nell’Italia fascista, Emma lancia immediatamente una campagna per la sua liberazione, definendolo “uno degli uomini migliori che abbiamo nel nostro movimento, intellettualmente e moralmente, oltre ad essere un lavoratore straordinario. E come tanti compagni spagnoli, vive solo per il suo ideale”. La campagna ha successo e Bortolotti viene liberato. Appena un mese dopo, Emma ha un ictus, in conseguenza del quale muore il 14 maggio 1940. Il “caso Bortolotti” è stata la sua ultima battaglia contro lo Stato.
Nel 1941 Attilio si reca in Quebec a visitare un noto anarchico veneto, Umberto Martignago, emigrato in Canada già nel 1907. In quell’occasione conosce la figlia di Umberto, Libera Martignago (Sault Sainte Marie, 1915 - Toronto 2015), che all’epoca è sposata e ha una figlia, Virgilia, ma che a breve diventerà la compagna di vita di Attilio, con il quale avrà il figlio Libero (Lee). Attiva nel milieu anarchico già in Quebec, Libera sarà sempre a fianco di Attilio nel suo impegno sociale e politico, ad esempio facendo attraversare clandestinamente il confine agli esuli antifascisti come Armando Borghi oppure ospitando i disertori americani sia della seconda guerra mondiale sia successivamente della guerra in Vietnam.
Intanto Attilio, diventato Art Bartell dopo aver avuto la cittadinanza canadese, inventa una macchina per la lucidatura da utilizzare in edilizia che lo rende indipendente dopo aver lavorato a lungo come muratore prima o in grandi fabbriche come la Ford poi.
Anche nel secondo dopoguerra il suo impegno militante non verrà mai meno, pur se con modalità diverse con l’avanzare dell’età. In particolare va ricordata la sua straordinaria generosità nei confronti del movimento anarchico internazionale, cui devolve ben prima della morte, avvenuta nel 1995, tutti i beni di sua proprietà. Una generosità di cui il nostro centro studi/archivio ha enormemente beneficiato. Per questo saremo sempre grati a un uomo che ci ha dato tanto e che in cambio ci ha chiesto solo di tenere “accesa la fiaccola dell’anarchia”.