«Quello che fa scattare il successo muore, soffocato dal successo»,
Roy Hay, tecnico del gruppo Culture Club (Liberation, 11-12 maggio 1985).
Con la pubblicazione, nel 1981, del libro Autodissolution des avant-gardes il sociologo René Lourau (1933-2000), inizia un’approfondita riflessione sull’importanza dello studio delle autodissoluzioni dei movimenti avanguardisti. Se per molti, come lo stesso Lourau esplicita, tali documenti possono sembrare dei semplici aneddoti, in realtà rappresentano non solo degli atti coscienti, delle analisi e una base di partenza per costruire nuove esperienze, ma anche una chiave di lettura che pone degli interrogativi fondamentali alla teoria dell’istituzione. Infatti le autodissoluzioni, soprattutto per quanto riguarda i movimenti di avanguardia, si legano profondamente a dei concetti essenziali dell’analisi sociologica e politica come quelli di istituzionalizzazione, di autogestione, di collettivizzazione e di critica all’individualismo gerarchico e burocratico, ma in più hanno la potenza, molto più dei manifesti di fondazione, di analizzare, enunciare, descrivere e teorizzare la situazione e l’istituzione di tali movimenti nel momento in cui sono regrediti in una fase negativa. L’analisi di Lourau ci aiuta, quindi, a comprendere e vedere la fitta trama degli intrecci politici, pratici e teorici che precedono e portano all’autodissoluzione di gruppi e percorsi.
È a partire da queste riflessioni che Lourau classifica e raccoglie una quarantina di manifesti, ora consultabili sul sito di Archives Autonomies, che divide in quattro macrocategorie. Troviamo quindi le autodissoluzioni dei gruppi artistici e culturali con, ad esempio, i testi dell’Ecole des Beaux-Arts di Parigi durante la Comune (1891), del movimento Dada (1921-1922-1923) o anche l’intervista a Johnny Rotten sullo scioglimento del gruppo musicale Sex Pistols. Segue lo sciogliemento dei gruppi artistico-politici tra i quali l’autodissoluzione dell’Internationale situationiste (1971), lo scioglimento dei gruppi politici come, ad esempio, i Gruppi anarchici federati (1978) e infine una categoria eterogenea, con una leggera predominanza «quotidianista», di gruppi ecologisti, regionalisti, femministi e altri ancora. Fuori categoria lascia i seguenti quattro manifesti: Stato francese (Bakunin, Lione, 1971), Lega dei comunisti (Engels, Gran Bretagna, 1885), Avanguardismo (Panderma, Germania, 1958), Chiesa romana (Hans Küng, Germania, 1967).
Questa pagina raccoglie alcuni di questi testi in italiano.