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Pinelli una storia Venezia 1984 Crocenera anarchica

Home Centro studi libertari - Archivio G. Pinelli

Visto che non viviamo più i tempi della rivoluzione, impariamo a vivere almeno il tempo della rivolta - Albert Camus

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Fondo Max Sartin/Raffaele Schiavina

Estremi cronologici: 1892-1981
Il fondo è catalogato.
 
È lo pseudonimo con cui Raffaele Schiavina ha firmato per cinquant’anni i suoi articoli su «L’Adunata dei Refrattari» (USA). Nato a Ferrara nel 1894, giovanissimo diventa anarchico e poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale emigra negli Stati Uniti, dove continua la sua attività militante. Redattore e amministratore del periodico anarchico «Cronaca sovversiva», diretto da Luigi Galleani, nel giugno 1919 viene arrestato insieme allo stesso Galleani e deportato in Italia. Qui nel 1920 i due danno vita ad una edizione italiana della «Cronaca sovversiva», di cui inviano 4.000 copie in USA con il falso titolo di «A stormo» per aggirare la censura statunitense che aveva proibito questa testata. L’edizione italiana cessa però le pubblicazioni nell’ottobre del 1920 per l’arresto di Schiavina che viene accusato di essere uno degli organizzatori degli Arditi del popolo. Dopo due anni di carcere preventivo viene assolto il 22 ottobre 1922 e ripara a Parigi dove nel 1925 fonda uno dei più importanti fogli anarchici dell’emigrazione: «Il Monito». Dopo aver attentato al console fascista di Parigi si rifugia nuovamente negli Stati Uniti dove entra clandestino (e tale rimarrà fino alla morte avvenuta nel 1987 a New York). Nel 1927 assume la direzione del periodico «L’Adunata dei Refrattari», che dirigerà sino alla chiusura nel febbraio del 1972.
 
RISORSE
  • Tutti i libri del fondo nel catalogo della biblioteca CSL
  • Breve autobiografia (Bollettino 13)
10/06/2024
Fondi Archivistici

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Il Centro Studi Libertari nasce nel 1976 con la duplice finalità della costruzione di un archivio per la conservazione della memoria dell'anarchismo e del ripensare l'anarchismo alla luce del contesto sociale in cui opera al fine di renderlo un punto di riferimento alternativo alla cultura dominante.

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