1 Lo scopo centrale di questo intervento è quello di illustrare in modo critico il posto occupate dalla nozione di "rivoluzione" sia nelle teorizzazioni della filosofia anarchica, che nelle espressioni sociali pratiche che ad essa si richiamano.
2 Si cercherà di analizzare le ambiguità e le contraddizioni riscontrate in espressioni quali "rivoluzione" ed "evoluzione", "rivoluzione sociale" ed "insurrezione", "liquidazione sociale" ed "emancipazione". Si considererà specialmente il ruolo giocato alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo da concezioni "ottimiste" nelle correnti principali del movimento anarchico: il sindacalismo anarchico e l’insurrezionalismo anarco-comunista.
3 Si analizzeranno, sempre nella stessa ottica e con particolare attenzione, le correnti marginali dell’anarchismo, quali l’educazionismo, il neo-malthusianesimo, l’individualismo filosofico, il pacifismo, il naturismo, il femminismo, l'umanitarismo, ecc.
4 Infine, si cercherà di delineare rapidamente le condizioni create dopo le sconfitte dei processi storici delle rivoluzioni russa e spagnola, con l’emergere di nuove posizioni e tendenze.
5 Il filo conduttore della ricerca sarà l’esistenza permanente di un filone anarchico riformatore e non-insurrezionale a volte esplicito a volte implicito, a volte vigoroso, a volte represso dalle correnti dominanti, sia nella pratica sociale che nelle rappresentazioni ideologiche.
6 Questo intervento si inserisce in una ricerca dell'autore su "Ideologia, lavoro e pratiche sociali: l'anarchismo e il movimento operaio in Portogallo, 1900-1940" e ha utilizzato in maniera particolare fonti della storia portoghese.