Documento n.7. Esperienza dell’uso libero. Fascicolo ciclostilato. Maggio 1975
NOTIZIARIO – DIONISO TIBURTINO – MAGGIO 1975
DOMANDE E RISPOSTE SULL’USO LIBERO PRATICATO DAL LABORATORIO COMUNE DIONISO AL TIBURTINO
IN CHE COSA CONSISTE L’USO LIBERO?
L’uso libero è un aspetto pratico della coscienza e abitudine comunitaria. Noi mettiamo a disposizione degli oggetti prodotti dal laboratorio (oppure consegnati al laboratorio) in uso libero: cioè gli abitanti del quartiere Tiburtino possono prenderli, se ne hanno bisogno, o per pochi giorni o per sempre. Gli oggetti sono esposti a lire 0 in una vetrina che da’ sulla strada.
Recentemente, su proposta di un abitante del quartiere, abbiamo iniziato anche “l’uso libero dei lavori”. Consiste nello scambio di prestazioni di lavoro a lire 0, per ora limitato alle persone che hanno aderito all’iniziativa. Abbiamo in elenco: 2 corniciai, 2 elettricisti, 1 fabbro, 1 ritrattista, 1 sarta, 1 consulente contabile, 1 consulente lavori in muratura ecc. Sono a disposizione degli altri 2-3 ore alla settimana.
QUANTI SIETE A PRATICARE L’USO LIBERO?
Attualmente circa novanta.
CHI DA’ LA ROBA IN USO LIBERO?
Abbiamo cominciato noi a produrre bottiglie dipinte, manifesti, disegni e a metterli in vetrina a lire zero. Poi anche gli abitanti del quartiere hanno dato mobili usati, tavoli per disegnare, sedie, lastre di compensato, poltrona letto, cucine economiche, vestiti in buono stato, maglioni. Attualmente anche altre persone di altri quartieri portano e prendono oggetti.
CHI SIETE?
Facciamo parte del “Dioniso”, un gruppo politico-culturale di tendenza libertaria. Gruppo ne’ soltanto politico ne’ soltanto culturale perché, secondo noi, occorre contribuire al progressivo annullamento di ogni potere sviluppando un unico processo rivoluzionario per l’avvento di una società di uguali basata su nuovi valori che sono senza dubbio politici e culturali insieme: l’autogestione della vita ad ogni livello, il mutuo appoggio e la collaborazione tra gli uomini, il possesso e l’uso comune dei beni, la creatività del lavoro.
Proprio per la doppia natura – Politica e Culturale – le esperienze fatte in questi anni sono le più disparate e apparentemente lontane. Citiamo le esperienze più significative…
DA QUANTO TEMPO E’ IN ATTO L’ESPERIMENTO DI USO LIBERO?
E’ cominciato nel giugno-luglio 1972.
CHE RISULTATO HA DATO? FA PRESA SULL’ABITANTE MEDIO DEL QUARTIERE?
Ha dimostrato, per esempio, che i proletari non arraffano. C’è stata una disciplinata, quasi timida partecipazione. Se non è avvenuto l’arraffamento possiamo elencare alcune ragioni:
- eravamo e siamo ancora artigiani nel quartiere. Chi conosce i proletari sa che essi hanno un istintivo rispetto per il lavoro e la fatica umana, poiché essi la conoscono di persona e pertanto hanno un istintivo rispetto per il lavoro dei compagni e dei prodotti di quel lavoro;
- un recondito senso di colpa che insorge quando si prende un oggetto senza pagare. (E’ un condizionamento derivante dall’ideologia della proprietà). Gli oggetti in uso libero sono aumentati invece di diminuire. All’inizio dell’esperimento (giugno 1972), erano circa 50. Nell’ottobre 1972 erano 219. Nel novembre 1973 erano 357. In un anno e mezzo l’incremento è stato pari a 7 volte. Cioè, per ogni oggetto preso ne sono tornati sei o sette.
SULLA BASE DELLA VOSTRA ESPERIENZA, QUALI CONSIGLI DARESTE A CHI VOLESSE APRIRE UN NEGOZIO A USO LIBERO?
Consigliamo di lavorare per un certo periodo nel quartiere producendo qualcosa di utile. Dopo qualche mese, o meglio, dopo che la maggioranza degli abitanti è a conoscenza della vostra esistenza, annunciare con un volantino l’inizio di un esperimento nuovo, detto di “uso libero”. Spiegare il suo significato politico, dare il volantino solo a quelle persone che vi conoscono già come lavoratori. Allestire una vetrina con cartelli “lire 0”. E’ psicologicamente importante che coloro che fabbricano gli oggetti li consegnino essi stessi ai richiedenti.
CHE VALORE POLITICO HA L’USO LIBERO?
Ha diversi aspetti:
1) è innanzitutto un’azione esemplare per dimostrare come avverrebbe lo scambio in una società anarchica.
- Ha un valore politico attuale di violenza ideologica.
- E’ un’azione di contestazione del concetto di “valore”, su cui si basa il sistema monetario e il sistema di sfruttamento: infatti, è solo attribuendo valori diversi in scala progressiva, dall’oro fino alla forza umana, che è possibile per i capitalisti accumulare un margine di ricchezza sul lavoro altrui.
- L’uso libero ha anche un valore politico attualissimo e quotidiano di difesa del salario del lavoratore. E’ evidente che più oggetti si scambiano in uso libero più si risparmia in moneta. Diventa dunque un nuovo metodo per il lavoratore per difendersi dall’aumento dei prezzi, i quali saranno costretti a calare dal momento che diminuisce la domanda di merce.
COME SI COLLEGA L’USO LIBERO AL MOVIMENTO DELLE COMUNI?
Finora abbiamo parlato di scambi di oggetti. Ma bisogna pur produrre degli oggetti nuovi, dei beni, delle derrate. Chi mai produrrà gli oggetti per l’uso libero? Non certo i capitalisti, che non hanno il minimo interesse a che si diffonda questo “deprecabile” uso! Dunque, essendo l’uso libero lo specchio della coscienza comunitaria, solo dalle Comuni urbane e da quelle agricole ci si può aspettare il nascere di una nuova economia basata sull’uso libero. Senza dilungarci su tutti i tempi intermedi di questo difficile processo, possiamo almeno dire che:
- occorrerebbe far sorgere diverse comuni in un territorio ristretto in modo che i contatti siano più facili;
- ogni comune dovrebbe mantenere un doppio regime di economia, finché perdura il sistema capitalista. Una parte dei prodotti destinati all’uso libero ( e vedremo con chi), e l’altra per lo scambio contro moneta: è quello che stiamo facendo attualmente al Dioniso;
- per un lungo periodo di tempo l’uso libero dovrà essere limitato al circuito delle comuni, per evitare che speculatori del mondo capitalista prelevino prodotti in uso libero e poi vadano a venderli al mercato.
L’allargamento del circuito avverrà solo con l’inclusione di nuove comuni.
Cosa succederà quando il nuovo sistema sarà abbastanza forte da fronteggiare il vecchio sistema monetario non possiamo prevederlo (repressione? Reciproca tolleranza?) e forse per il momento è inutile perché non siamo neppure alla realizzazione del punto 1.
CHE PROSPETTIVE DI SVILUPPO HA L’USO LIBERO NELL’AMBITO DEL SISTEMA CAPITALISTA?
Abbiamo già implicitamente risposto nel pezzo precedente.
E’ chiaro che, comunque, l’uso libero è antitetico al sistema capitalista in quanto è al di fuori del sistema monetario e un’affermazione totale dell’uso libero si può produrre soltanto con l’abbattimento del capitalismo.
QUANDO E’ APERTO IL NEGOZIO AD USO LIBERO?
Ogni lunedì e sabato pomeriggio dalle ore 16 alle 19,30, in via Arbib 26-28 – Roma.
Roma, 19 maggio 1975