L’anarchico triestino
di Umberto Tommasini, a cura di Claudio Venza
Edizioni Antistato, Milano, 1984
543 pp. / ISBN 88-85060-26-9
Dalla quarta di copertina:
Operaio e militante ma soprattutto uomo libero e solidale, Tommasini (1896-1980) è un tipico anarchico della sua generazione: non un dirigente o un teorico, di quelli che fanno la storia ufficiale, e neppure un esecutore, un ingranaggio delle macchine partitiche e sindacali.
Questo prezioso documento ci fa toccare con mano le difficoltà di lavorare tra due dimensioni: quella «micro», umana, reale, e quella «macro», storica, politica, nello stesso tempo immaginaria e condizionante. Risolutivo e sonoro in questa articolazione agisce il fabbro triestino, l’io narrante del libro che si esprime con la piena parola del suo scabro dialetto. Egli affronta il carcere e mette di frequente a repentaglio la vita con estrema naturalezza e serenità, mantiene intatta la propria integrità e coerenza fra scontri armati, condanne, evasioni e ancora preparazione di attentati a Mussolini; conflitti all’interno del movimento operaio e libertario ..., incontrando e spesso scontrandosi con figure di rilievo della storia italiana (Rosselli, Berneri, Di Vittorio, Vidali, Bórdiga, Valiani, Pertini,...).
«Questo testo, che rende molto bene la psicologia dell’intervistato, non è solo un contributo alla storia del movimento anarchico... Molto buona e accurata l’introduzione, che ricostituisce un pezzo di vita ed un pezzo di storia».
Pier Carlo Masini
«Tommasini era un fabbro di profonda umanità e buon senso che non sarebbe però riuscito a scrivere le sue memorie, ma come ogni popolano dalle idee chiare egli narra in modo ammirevole».
Gino Cerrito
«Un’avventura esaltante e sconvolgente, un viaggio nel mondo della memoria che soltanto la storia orale può permettere»
Paolo Gobetti
Claudio Venza [Trieste 1946 - 2022], storico e militante, ha lavorato presso l’Istituto di Storia dell’Università di Trieste. Ha pubblicato, tra l’altro Bakunin terrorista o apostolo in Bakunin cent’anni dopo (Milano, 1977) e Funerale ribelle in Val Pesarina (Udine, 1983).