Tra i mezzi di comunicazione di massa, la radio e la televisione offrono possibilità di comunicazione superiori a quelle offerte da altri mezzi, come la parola stampata, non foss'altro che per l'immediatezza della comunicazione. Ma non c'è solo questo. Nonostante i progressi tecnici finora ottenuti, siamo ancora assai lontani da una utilizzazione piena dei mezzi su menzionati. Essi permettono di creare coscienza e quindi permettono ciò che potremmo definire la gestione del progetto rivoluzionarlo.
Una delle barriere che fino a poco tempo fa sono state frapposte allo sviluppo del mass-media come mezzi reali di comunicazione, è stato il ferreo monopolio e controllo di tali mezzi da parte dello Stato e delle sue Istituzioni.
Le possibilità di una radio libera come mezzo di comunicazione contrapposto al sistema sociale imperante (dittatura di qualunque tipo o democrazia borghese) sono analoghe a quelle avute dalla stampa operaia sul finire del secolo passato o al principio di questo: potenziare la dissidenza di fronte all'ufficialità, spezzare il rigore dell'informazione e l’oggettività dominante, dotando di mezzi tecnici le persone e i gruppi che, emarginati, possono fornire critica e controinformazione da mettere in comune con la maggioranza dei cittadini, mezzi tecnici che appunto per questo motivo vengono negati.
Radio Klara nella costruzione di un progetto di comunicazione libertaria.
La comunicazione libertaria può essere realizzata solo quando l'utilizzazione dei media non è limitata ed alcune persone, gruppi o partiti, ma è generalizzata o esiste un flusso reversibile, reale.
Ciò riguarda sia coloro che detengono il controllo della radio che i destinatari del messaggio. È quindi necessario far si che diventi possibile tale flusso reversibile. Con i mezzi attualmente a nostra disposizione, ciò significa permettere l'utilizzazione del mezzo a chiunque voglia esporre il proprio particolare punto di vista.
Questo, a livello teorico, può apparire uno scopo estremamente modesto (e in realtà lo è), ma in pratica si scontra con numerosi problemi che sorgono al momento di mettere in atto una partecipazione effettiva delle persone che lo desiderano.
Quando il nucleo delle attività della radio è relativamente piccolo, anche i meccanismi per articolare la partecipazione sono semplici. Le difficoltà cominciano a diventare serie quando le attività, e gli individui che le portano avanti, cominciano a superare certi limiti quantitativi e qualitativi. Il pericolo, evidentemente, è che l’impostazione della radio venga modificata, oppure, nel migliore del casi, che il discorso di essa rimanga così
ambiguo da far perdete il senso del messaggio, a danno di una comunicazione reale, reversibile e partecipata. In tal caso, non ci sarebbe nessuna differenza rispetto a una radio commerciale.
Pur nella consapevolezza di ciò, riteniamo che un progetto di comunicazione reversibile non possa far a meno di un certo grado di rischio, che cercheremo in tutti i modi di ridurre il più possibile arrivando ad annullare le differenze qualitative e quantitative tra membri gestori della radio e collaboratori puri e semplici. Lo scopo è evidentemente l’autogestione delle emissioni a tutti i livelli.
Possibilità sovversive dei media.
Anche qui, ci occuperemo esclusivamente delle radio come mezzo. Anche se la portata di una radio libera è, per la sua stessa struttura, limitata così come limitata è la sua incidenza, non per questo è il caso di negarle qualunque possibilità sovversiva.
A volte, è già sovversivo l'esercizio del diritto alla libertà di espressione (in questo caso, di emissione). Ma le vere possibilità di sovversione risiedono nella generalizzazione del fenomeno, e precisamente (sottoscriviamo in ciò le posizioni espresse da ONA LLJURE a Barcellona nel 1979): creare un vasto movimento di radio libere che esercitino la propria libertà di libera trasmissione e rappresentino un'alternativa valida ai mezzi ufficiali di comunicazione.
Il fatto che sta alla radice del fenomeno delle radio libere, cioè che tra le radio istituzionali e private si sia prodotta una diminuzione dell'ascolto, e parallelamente sia aumentato l'ascolto delle radio libere, è di per se già significativo. Ma anche le radio ufficiali hanno subito delle trasformazioni che hanno riguardato il contenuto dei programmi, che son diventati più aperti, hanno ricercato una qualche forma di partecipazione (anche se controllata) degli utenti (concorsi, inchieste, ecc.).
Per quanto riguarda, noi in concreto, c'è un fatto che deve essere tenuto presente e valutato giustamente: Radio Klara sta diventando un polo di attrazione che agglutina un vasto movimento, il quale resterebbe altrimenti disperso.