Marina Padovese (Como, 1958 - Lugano, 1998) ha vissuto a Como fino alla metà degli anni Ottanta quando, dopo l'Incontro internazionale anarchico "Venezia 1984", si è trasferita a Venezia. Impegnata politicamente fin dalla gioventù nei movimenti studenteschi degli anni Settanta, è stata in quell’epoca fra i fondatori, quindicenne, del circolo anarchico comasco “Pensiero e Volontà”, aderente ai Gruppi Anarchici Federati. Ben conosciuta in città per la sua presenza in tante iniziative politiche e culturali – in particolare femministe e antimilitariste – ha collaborato spesso con la stampa anarchica, in particolar modo con “A rivista anarchica” e Paolo Finzi, oltre che con “Germinal”. Nei quindici anni di presenza nel Veneto si è fatta notare per la propria idea di politica tra donne; fondamentale la sua presenza tra le Donne in Nero, il gruppo fondato durante la guerra del Golfo. Notevole il suo contributo negli aiuti alle donne dell’ex Jugoslavia, un impegno che l’aveva condotta fin nei territori in guerra, e per le sue analisi delle cause profonde di ciò che è accaduto in quelle terre. A questo tema aveva dedicato un volume scritto con Salvo Vaccaro (Donne contro la guerra, Palermo, La Ziza, 1996). La sua esuberanza e il suo coraggio la fanno diventare protagonista e attiva in manifestazioni, lotte, convegni, iniziative culturali, battaglie antimilitariste, meetings anticlericali, con una capacità di mediazione ricca di ironia e di umorismo.