In questa lunga testimonianza raccolta a Milano il 9 luglio 2024, Gabriele Fuga affronta alcuni temi cruciali per l’azione politica di ieri e di oggi: il ruolo degli infiltrati e degli agenti provocatori nella repressione statale dei movimenti politici (ripreso nell’ultimo DDL sicurezza) e l’azione diretta in carcere. Grazie alla sua duplice veste di avvocato penalista e militante politico, Fuga racconta da questa posizione privilegiata la sua esperienza professionale ed esistenziale – detenzione compresa a causa di un infiltrato – in anni di acceso conflitto sociale. Le sue vicende personali, la storia di infiltrati notori come Anna Bolena, figura chiave della strategia della tensione ed emblema del modus operandi dei servizi segreti, o alcune vicende ancora oggi con molti lati oscuri, come quella dell’attentato alla Questura di Milano del 17 maggio1973, diventano l’occasione per avviare una riflessione globale sulle strategie repressive dello Stato e sulle dinamiche carcerarie.
Gabriele Fuga (Milano, 1946), di professione avvocato, è stato attivo fin dagli anni Settanta nella difesa di militanti dell’area libertaria ed extraparlamentare. All’inizio degli anni Ottanta viene arrestato con l’accusa di partecipazione a banda armata in relazione al gruppo “Azione Rivoluzionaria”; da avvocato diventa imputato e molti detenuti, prima suoi clienti, diventano ora i compagni di cella con cui condividerà quattordici mese di carcere in attesa del primo grado di giudizio (La cella dell’avvocato, Colibrì Edizioni, Milano, 2022). Nel corso della sua attività politica e professionale si è occupato in particolar modo dell’omicidio di Giuseppe Pinelli nella cornice più ampia della strategia della tensione, raccogliendo nel libro Pinelli. La finestra è ancora aperta (Colibrì Edizioni, Milano, 2016) – scritto a quattro mani con Enrico Maltini (vedi la sua intervista al link https://www.youtube.com/watch?v=eiHFEON3n9A) – quella che è probabilmente la ricostruzione più completa di quelle vicende da un punto di vista anarchico.