L’anarchismo in quanto critica radicale dell’esistente è il risultato ultimo della secolarizzazione. Nello stesso tempo esso è pure una risposta rivoluzionaria alla dissoluzione di senso posta da questa stessa secolarizzazione. Tale risposta si esplicita nella proposta di una società libertaria ed egualitaria come unica soluzione in grado di dare un significato autentico alla convivenza umana. L'anarchismo quale punta estrema della logica secolarizzante evidenzia una ascendenza illuministico-liberale, come risposta rivoluzionaria a questa stessa logica dissolutrice di senso (modernizzazione), mostra pure un'ascendenza socialista. Ciò spiega la particolare natura del movimento anarchico e la sua specifica ed originale appartenenza al più generale movimento operaio e socialista.
Con queste premesse è possibile avanzare una ipotesi interpretativa sulla natura del movimento anarchico che potremmo così definire: è un movimento etico che si muove in senso politico all'interno di un corpo sociale. Tutta la storia del movimento anarchico è segnata da questa dicotomia-conflitto fra la sua irriducibile istanza etica, che lo fa completamente diverso da ogni altro movimento politico, e le presenti ed oggettive esigenze politiche impostegli dalla sua stessa esistenza.
Se si tiene fermo l'insieme di questo quadro interpretativo si può capire il perché della sequenza ininterrotta delle sue sconfitte politiche dal momento che il completo risolvimento anarchico della politica nell'etica non può che portare a questo unico risultato.
Naturalmente ciò non significa leggere nella storia dell’anarchismo un fatale destino di sconfitta. Significa per ora dare una spiegazione della sua subalternità storico-politica rispetto alla vittoria del socialismo marxista e del liberalismo capitalista. D'altro canto, la stessa sconfitta storica del movimento anarchico è la prova più eloquente della sua giustezza ideologica. L'anarchismo, perdendo, ha dimostrato come non sia possibile arrivare all'emancipazione seguendo la via indicata dal liberalismo e dal socialismo. L'anarchismo insomma rimane, a distanza di cento anni, un passaggio obbligato per chi intende avviarsi senza riserve sulla strada della libertà e dell'uguaglianza universalizzante al loro massimo grado.