Cornelius Castoriadis, nato nel 1922 e scomparso nel 1997, è stato una delle ultime figure d’intellettuale rivoluzionario che, su posizioni democratiche radicali, a partire dalla fine degli anni Quaranta abbia animato dietro le quinte la scena politica parigina. A lungo onorato dalla cospirazione del silenzio, negli ultimi anni della sua vita il suo influsso e il suo nome hanno cominciato a circolare al di fuori dei circuiti militanti, e la sua opera s’è diffusa in modo significativo, oltre che in Francia, soprattutto nel mondo anglosassone e in America latina.
D’origine e di cultura greca – nato però a Costantinopoli nell’ultima fase cosmopolita della vita di quella città, ch’egli non si rassegnò mai a chiamare Istanbul – Castoriadis crebbe ad Atene, dove la sua famiglia era riparata pochi anni dopo la sua nascita. Lì ricevette una solida formazione interdisciplinare, base costante della sua futura versatilità professionale, che gli ha consentito – all’indomani del suo arrivo in Francia nel 1945 – di spaziare dall’attività di economista a quella di psicoanalista e, nell’impegno intellettuale, di eccellere tanto nella pubblicistica socio-politica quanto nell’analisi propriamente filosofica, producendo un’opera di considerevole ampiezza e vastità.
L’evoluzione della biografia intellettuale di Castoriadis comincia con l’esperienza della seconda guerra mondiale e dell’occupazione tedesca della Grecia. Scoperto precocemente il marxismo, giovanissimo aveva aderito alla Gioventù comunista sotto la dittatura di Mataxas. Durante l’occupazione, con altri comunisti dissidenti, fondò un gruppo politico di resistenza che confluì nell’organizzazione trotzkista di Spiros Stinas, nella quale militò sino alla vigilia della partenza per la Francia. Ma la sua permanenza tra le file dei trotzkisti sarebbe durata poco. Alla fine del 1948, con Claude Lefort e pochi altri militanti, diede vita al gruppo e alla rivista «Socialisme ou Barbarie», che rifiutava all’URSS il rango di Stato socialista, sia pure degenerato. In tal modo, come poi avrebbe detto Edgar Morin, l’URSS perdeva il suo privilegio rivoluzionario, marxista, morale e sentimentale.
I tre fulcri della vita e dell’opera di Castoriadis sono stati la politica, la psicoanalisi e la filosofia, ciascuna delle quali realizza al proprio livello la dimensione creativa del progetto dell’autonomia, la cui prima formulazione risale agli anni della militanza in «Socialisme ou Barbarie» (sulle cui pagine, fino alla chiusura nel 1965, si preannunciarono molti dei motivi antiburocratici e libertari del Maggio francese). L’opposizione dei «socio-barbares» alla vulgata filo-sovietica dominante a sinistra negli anni della guerra fredda fu inflessibile e quasi solitaria. Solo dopo il ’68 gli scritti politici di Castoriadis verranno ripubblicati in edizione economica e venduti a migliaia di copie.
Negli anni di «Socialisme ou Barbarie» Castoriadis si firmava con diversi pseudonimi – Chaulieu, Delvaux, Cardan – che contribuirono a circondarne la figura d’un alone tra il misterioso e il mitico. All’interno della sinistra antistalinista, coagulata intorno a questo gruppo minoritario (cui, però, si sono in varie epoche avvicinate personalità del calibro di Edgar Morin, Jean-François Lyotard, Daniel Mothé, Guy Debord e i situazionisti della prima ora), la preminenza e la centralità della questione politica costituivano il filo conduttore d’una posizione marxista eterodossa che, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, condurrà a un’esplicita rottura col marxismo, col suo economicismo e con la sua filosofia della storia. Molte delle polemiche di quel periodo sono poi diventate patrimonio comune, soprattutto grazie alla diffusione del movimento antitotalitario a partire dagli anni Settanta.
A quel punto, ottenuta la cittadinanza francese, Castoriadis cominciò a firmare i suoi scritti col proprio nome e si trasformò in un intellettuale critico, appartato ma autorevole, ascoltato innanzi tutto come sovietologo: ricordiamo che il suo libro sulla «stratocrazia» russa, cioè sul potere dell’esercito in URSS (intitolato Devant la guerre e uscito nel 1981) ebbe un grande successo e fu subito ristampato in edizione tascabile. Il suo autore, che nel frattempo era approdato, come «directeur d’études», alla Ecole des hautes études en sciences sociales, entrava discretamente nei circuiti mediatici, senza però attenuare le proprie critiche allo stato di cose esistente, anzi accentuandole nei testi degli ultimi anni.
Opere di Castoriadis in italiano:
La società burocratica. I rapporti di produzione in Russia, trad. parz. di Giovanni Ferrara degli Uberti, Prefazione di Massimo L. Salvadori, SugarCo, Milano 1978.
La rivoluzione contro la burocrazia. La società burocratica vol. II, trad. parz. di Gabriele Ranzato, SugarCo, Milano 1979.
Gli incroci del labirinto, trad. di Maria Gloria Bicocchi e Fortunato Lepore, Hopeful Monster, Firenze 1988.
L’istituzione immaginaria della società, parte seconda, trad. di Fabio Ciaramelli e Fabrizio Nicolini, a cura di Fabio Ciaramelli, Introduzione di Pietro Barcellona, Bollati Boringhieri, Torino 1995.
L’enigma del soggetto. L’immaginario e le istituzioni, trad. di Riccardo Currado, a cura di Fabio Ciaramelli, Postfazione di Fabio Ciaramelli, Dedalo, Bari 1998.
La rivoluzione democratica. Teoria e progetto dell’autogoverno, trad. di Grazia Regoli, Introduzione di Fabio Ciaramelli, elèuthera, Milano, 2001.
Finestra sul caos. Scritti su arte e società, trad. di Guido Lagomarsino, a cura di Enrique Escobar, Myrto Gondicas e Pascal Vernay, elèuthera, Milano, 2007.
Relativismo e democrazia. Dibattito col MAUSS, trad. di Carlo Milani, a cura di Enrique Escobar, Myrto Gondicas e Pascal Vernay, elèuthera, Milano, 2010.
Fine della filosofia? Tre saggi sulla crisi del pensiero e della politica, trad., cura e Introduzione di Francesco Bellusci, Trieste, Asterios, 2012.
La cultura dell’egoismo. L’anima umana sotto il capitalismo, (in collaborazione con Christopher Lasch), trad. di Andrea Aureli e Carlo Milani, con una Postfazione di Jean-Claude Michéa, elèuthera, Milano, 2014.
L’autonomia radicale, a cura di Serge Latouche, trad. Rossella Prezzo, Jaca Book, Milano, 2014.
L’elemento immaginario, trad. di Marco Ridolfi, a cura e con Introduzione di Alfredo Ferrarin, ETS, Pisa 2022.
Contro l’economia. Scritti 1949-1997, trad., cura e Introduzione di Raffaele Alberto Ventura, Luiss University Press, Roma, 2022.
Principali testi di Castoriadis tradotti in italiano e pubblicati in libri o riviste:
Claude Lefort, Edgar Morin e Jean-Marc Coudray (alias Castoriadis), La Comune di Parigi del 1968, Mondadori, Milano 1968.
Socialisme ou Barbarie. Le radici storiche della nuova sinistra, Antologia a cura di Mario Baccianini e Angelo Tartarini, Guanda, Parma 1971.
Socialismo burocratico. Intervista a Castoriadis, trad. di Andrea Chersi, «Volontà», marzo-aprile 1979, pp. 97-102.
URSS: la società militare, trad. di Fausta Bizzozzero, «Volontà», n. 1/1982, pp. 18-42.
La questione della storia e il movimento operaio, «Classe», nuova serie, n. 1/1986, pp. 105-126.
Eduardo Colombo et al., L’immaginario capovolto, Elèuthera, Milano 1987.
Così pensò il Sessantotto, «Micromega», n. 4/1987, pp. 131-138.
Physis, creazione, autonomia, in Physis: abitare la terra, a cura di M. Ceruti e E. Laszlo, Feltrinelli, Milano 1988, pp. 42-50.
L’idea di rivoluzione ha ancora senso?, trad. di Gianfranco Gabetta, «Micromega», n. 1/1990, pp. 190-202.
La fine della filosofia?, trad. di Grazia Farina, «Micromega», n. 3/1990, pp. 193-209.
L’immaginario economico, trad. di Donatella Zazzi, «Volontà», n. 1-2/1990, pp. 25-45.
Logica del magma, trad. di Donatella Zazzi, «Volontà», n. 4-1991/1-1992, pp. 57-88.
Passione e conoscenza, trad. di Maria Chiara Nielsen, in La passione del conoscere, a cura di Lorena Preta, Laterza, Roma-Bari 1993, pp. 89-111.
Il caso Atene, trad. di Guido Lagomarsino, «Volontà», n. 4/1994, pp. 137-149.
Antropogonia in Eschilo e autocreazione dell’uomo in Sofocle, trad. di Raffaele Vitiello, «Micromega», n. 4/1999, pp. 235-255.